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Assolto Cédric Herrou, in Francia la solidarietà non è reato

Anni di processi per il giovane contadino transalpino della valle Roya, a processo per aver dato un tetto a persone migranti in difficoltà

Era l’ultimo passaggio. Prima multato, poi condannato a una pena detentiva con sospensiva, e in seguito riprocessato, Cédric Herrou, figura di spicco nel panorama di coloro che in questi anni si sono spesi a fondo nell’aiuto ai migranti, viene «prosciolto da ogni azione giudiziaria» contro di lui, secondo quanto stabilito mercoledì 13 maggio dalla corte d'appello di Lione. «È il trionfo della legge e della ragione - ha accolto Sabrina Goldman, una fra suoi avvocati-. Del diritto perché il Consiglio costituzionale aveva già riconosciuto che non si può essere puniti quando si agisce con uno scopo umanitario, e della ragione perché la determinazione a perseguire qualcuno che non fa altro che aiutare gli altri era completamente irragionevole». Nessuno restituirà a lui e ai suoi compagni di lotte le ore perse, le angosce per il rischio di condanne, tutto per aver dato un tetto a persone in grande difficoltà.

I fatti in questione risalgono all'ottobre 2016. Cédric Herrou, agricoltore della valle della Roya (Alpi Marittime, la valle che collega il Piemonte a Ventimiglia in Liguria, con una appendice di una ventina di km in suolo francese) accoglie e protegge i migranti nel giardino della sua fattoria, e di fronte a numeri crescenti decide, con l'associazione Roya Citoyenne, di trovare per queste persone, una cinquantina, rifugio in un ex centro vacanze appartenenti alle ferrovie francesi, in disuso da anni.

Dopo tre giorni di occupazione, Cédric Herrou viene arrestato. «Durante la custodia è stato interrogato su questi fatti, ma anche sui contenuti di un articolo del New York Times in cui si affermava che avesse trasportato 200 migranti da Ventimiglia e su un servizio dell’emittente France 3 dove lo si vede far salire alcune persone migranti nella sua macchina», ha raccontato, Zia Oloumi, a sua volta avvocato del giovane. «Dopo la custodia della polizia, Cédric Herrou è perseguito per occupazione illegale ma anche per assistenza nell'ingresso, movimento e soggiorno illegale di stranieri in Francia».

Per questi fatti, Cédric Herrou è stato processato per la prima volta nel marzo 2017 dal tribunale di Nizza, che aveva optato per una multa di 3.000 euro. L'accusa aveva fatto appello. Nell'agosto 2017, la corte d'appello di Aix-en-Provence ha aumentato l’onere e lo ha condannato a una pena detentiva sospesa di quattro mesi. L'agricoltore chiese quindi al Consiglio costituzionale una decisione sul principio di solidarietà. E, il 6 luglio 2018, la solidarietà è stata elevata al rango costituzionale. È per tenere conto di questa nuova norma di diritto che il caso viene quindi portato dinanzi alla Corte di cassazione che, nel dicembre 2018, ha annullato la condanna, chiedendo al contempo di rinviare nuovamente il processo alla Corte d'appello di Lione. La procura aveva infine richiesto 8-10 mesi di prigione con sospensione della pena nei confronti dell'agricoltore.

Nella sua decisione, la Corte d'appello di Lione ha quindi tenuto conto degli ultimi avanzamenti di diritto. Ora, infatti, la legge esonera dal perseguire l'assistenza al soggiorno quando «non ha dato luogo ad alcuna contropartita, diretta o indiretta» ed è stata attuata «per scopi esclusivamente umanitari». Il 25 febbraio, una decisione della Corte di cassazione ha chiarito la questione annullando la condanna di un giovane che aveva trasportato migranti con gli stessi fini. Tenendo conto di questa giurisprudenza, la Corte d'appello di Lione ha quindi ritenuto che essere un attivista, come sostiene Cédric Herrou, non metta in discussione l'immunità umanitaria.

Se questo giudizio pone fine a questa causa, non cancella le altre in corso. Il contadino dovrebbe essere processato il 16 giugno per diffamazione del deputato Éric Ciotti. Infine, è in corso un'indagine per aiuto all'ingresso, al soggiorno e alla circolazione di stranieri per eventi risalenti a luglio 2017, ma a questo punto i giudci potrebber o scegliere di non procedere. Ancora una volta è toccato ai giudici disegnare scenari che la classe politica non ha avuto la forza e la dignità di disegnare, sancendo di fatto la non perseguibilità della solidarietà.

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