8 marzo: «Giustizia di genere sia priorità»
09 marzo 2020
In occasione della Giornata internazionale della donna l'appello del segretario del Consiglio ecumenico delle chiese per superare le disuguaglianze fra donne e uomini
«La giustizia di genere deve essere un punto chiave nell’agenda degli uomini e delle donne», ha dichiarato il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), il pastore Olav Fykse Tveit in un commento pubblicato in occasione della Giornata internazionale della donna 2020. «Il Cec ha un impegno condiviso: essere una comunità di donne e uomini, tutta equamente creata a immagine di Dio, e da questo punto di partenza creare il bene comune a vantaggio indistinto di tutte e tutti».
Tveit ha aggiunto: «Abbiamo una base di uguaglianza e giustizia che è stata l'orgogliosa tradizione del Consiglio ecumenico delle chiese. Fin dalla sua istituzione, il Cec si è opposto al razzismo, al sessismo, alle discriminazioni per età, alle disuguaglianze economiche, al degrado ecologico e ad altre ingiustizie».
«Sin da prima della prima Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese di Amsterdam nel 1948, il Cec (in corso di formazione) è stato chiamato a dimostrare la sua solidarietà con le donne. Durante il processo che ha portato al lancio ufficiale del Cec, le donne hanno dimostrato che l'unità della chiesa poteva essere realizzata solo in una giusta comunità di donne e uomini».
Di conseguenza, l'Assemblea di Amsterdam creò una Commissione sulla vita e il lavoro delle donne nella Chiesa. Da allora, il Cec ha affermato e apprezzato i doni delle donne per la chiesa e per il mondo, sfidando al contempo le realtà di oppressione, emarginazione, violenza e barriere che le donne affrontano nella chiesa e nella società.
In occasione della Giornata internazionale della donna 2020, la vice segretaria generale del Cec, Isabel Apawo Phiri, ha dichiarato : «Vedo un forte appello alle chiese e al Cec nel suo insieme, ma anche al più ampio movimento ecumenico, mentre rilanciamo la campagna del giovedì in nero. L’appello ha a che fare con la cura della giustizia, della pace e dell'unità dell'umanità nel suo punto più critico e intimo: nella vita domestica e nelle relazioni vicine, così come nelle comunità religiose».
Phiri ha aggiunto: «Dobbiamo anche impegnarci come uomini per dimostrare che questo non è un problema solo per le donne. Si tratta di cambiare le tendenze moralmente sbagliate, peccaminose e molto vergognose degli uomini che esercitano violenza contro le donne. La necessità della giustizia di genere ha le sue ragioni più urgenti e ovvie qui. Una famiglia, una comunità e una società in cui non esiste giustizia o cure adeguate per prevenire tale violenza non fanno bene a nessuno, nè a donne, né a uomini o bambini».
Tveit ha concluso: «Questo è ciò che Dio ci ha chiamati a fare nella cornice più fondamentale della nostra fede e vita: amare Dio e l'un l'altro noi stessi».
Nella foto l'oceanica manifestazione di ieri a Santiago del Cile in occasione dell'otto marzo