Tragedia senza fine in Nigeria
12 gennaio 2015
I terroristi di Boko Haram non esitano ad utilizzare giovanissimi imbottiti di tritolo per far strage di civili
Continuamente da aggiornare il dizionario dell’orrore in Nigeria. I guerriglieri del gruppo Boko Haram stanno intensificando i raid di morte nella zona nord del paese, e per condurre in porto il proprio folle disegno non esitano ad utilizzare ogni espediente. Ora è il turno dei bambini riempiti di esplosivo e inviati a morire come inconsapevoli kamikaze, in mezzo alla folla, con l’obiettivo di eludere i controlli e mietere il maggior numero di vittime possibile. Il primo caso è stato raccontato da testimoni lo scorso sabato al mercato di Maiduguri: una bambina di non più di 10 anni è saltata in aria, probabilmente con un comando a telecomando azionato da un qualche folle regista del male presente sulla scena a debita distanza, causando 19 morti. Ieri altre 4 persone sono rimaste uccise e almeno 25 ferite in un drammatico bis, questa volta a Potiskum, nello stato nord-orientale di Yobe. Due le bambine coinvolte in questa circostanza, sempre di circa 10 anni. L’orrore dei bambini-soldato, che in certe nazioni africane o asiatiche vanno a ingrossare le fila di eserciti solitamente scalcinati ma violentissimi, si aggiorna quindi con queste giovanissime e forse inconsapevoli, certo innocenti, bombe umane, fatte saltare in aria in nome di un martirio e di un Dio che nemmeno intendono ancora. Intanto il governo centrale torna a sollecitare la comunità internazionale a non assistere in silenzio a questo lungo massacro che sta insanguinando la Nigeria ormai da mesi, gettando nell’incubo soprattutto la componente cristiana presente nel paese.
L’attacco del 3 gennaio alla città di Baga avrebbe causato almeno 2 mila morti, cifra spaventosa. L’esercito pare incapace di contenere la deriva fondamentalista del gruppo islamico, lasciando nel terrore la popolazione soprattutto nelle zone settentrionali, al confine con il Camerun, nazione già minacciata da Boko Haram per bocca del suo leader Abubakar Shekau, a causa dell’aiuto che sta tentando di offrire ai migliaia di profughi in fuga disperata.