Esplorando l’unità piena e visibile di tutti i cristiani
18 marzo 2019
A venti anni dalla firma, le cinque comunioni cristiane del mondo discutono l'impatto della Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della giustificazione per fede ed esplorano percorsi verso una più stretta unità
Proponendo una comprensione comune alle due confessioni cristiane in base al principio del consenso differenziato, la Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della giustificazione per fede (JDDJ) è stata firmata da luterani e cattolici nel 1999 risolvendo efficacemente uno dei conflitti chiave della Riforma e ponendo fine alle rispettive scomuniche.
Fu inizialmente un accordo cattolico-luterano, ma da allora si sono unite altre tre confessioni cristiane, vale a dire i metodisti, gli anglicani e i riformati.
Dal 26 al 28 marzo i rappresentanti mondiali delle cinque famiglie aderenti alla Dichiarazione si riuniranno, a porte chiuse, presso l’Università Cattolica di Notre Dame negli Stati Uniti nota per il suo impegno nella promozione delle relazioni ecumeniche e interreligiose, per evidenziare gli importanti progressi ecumenici raggiunti con la firma del JDDJ e ricercare ulteriori sviluppi nelle relazioni interecclesiali derivanti dalla crescita nella comunione.
L’incontro riunirà delegazioni luterane, cattoliche, anglicane, metodiste e riformate per discutere l’impatto dell’accordo, il significato della loro unità e testimonianza, e per suggerire modi creativi di andare verso l’unità piena e visibile di tutti i cristiani.
Durante la settimana della consultazione, l’università di Notre Dame ospiterà anche due eventi pubblici a cui il personale, gli studenti e la comunità locale sono stati invitati. Il 26 marzo, alle 19.30, si terrà un servizio di preghiera ecumenica nella Basilica del Sacro Cuore con la musica del coro liturgico di Notre Dame. Il secondo evento è una tavola rotonda tra i leader delle diverse denominazioni dal titolo “Dal conflitto alla comunione: il futuro dei cristiani insieme nel mondo”; si terrà alle 17.00 del 28 marzo nell’Auditorium McKenna Hall e sarà moderato dal professor Neil Arner del Dipartimento di teologia di Notre Dame.