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Iran. Nasrin Sotoudeh condannata a 38 anni e 148 frustate

Reazioni preoccupate per le accuse contro l’avvocata e attivista per i diritti umani. L’appello di Dora Bognandi, presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia, a firmare la campagna di liberazione di Amnesty international

L’avvocata e attivista per i diritti umani iraniana Nasrin Sotoudeh è stata condannata a 38 anni di carcere e a 148 frustate. Un tribunale di Teheran la accusa di propaganda contro lo Stato, istigazione alla corruzione e prostituzione e per essere apparsa in pubblico senza hijab.

La notizia ha provocato reazioni in tutto il mondo fra cui quella del direttore delle ricerche sul Medio Oriente e sull’Africa del Nord di Amnesty International, Philip Luther, che si è detto sconvolto per questa accusa che colpisce l’attivista per il suo «lavoro pacifico in favore dei diritti umani, compresa la difesa legale di donne sotto processo per aver sfidato le degradanti leggi sull’obbligo del velo».

«Come non indignarsi di fronte all’ennesima sentenza che ha colpito l’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh, colpevole di difendere i diritti umani! – ha dichiarato all’agenzia NEV Dora Bognandi, avventista, presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) – . Ma non vogliamo che la rassegnazione o il senso di impotenza  abbiano il sopravvento. Le pressioni internazionali in casi come questi possono fare la differenza. La Fdei invita tutte e tutti a firmare l’appello lanciato da Amnesty international, che ha evidenziato il fatto, e sta preparando a nome del Comitato nazionale una lettera da inviare all’ambasciatore iraniano in Italia per chiedere il rilascio dell’avvocata. Il torto peggiore che possono subire persone eroiche come questa è la nostra indifferenza e il nostro silenzio».

Premio Sakharov del Parlamento europeo nel 2012 per la libertà di pensiero, Nasrin Sotoudeh era già stata incarcerata dal 2010 al 2013 per presunte attività contro la sicurezza nazionale, per avere difeso dei manifestanti che nel 2009 avevano protestato contro la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad.

L’Iran versa in condizioni drammatiche di ingiustizia sociale e politica, dopo l’uscita dall’accordo sul nucleare iraniano degli Stati Uniti voluta dal presidente americano Donald Trump, cui sono seguite sanzioni pesantissime e un aumento dell’inflazione che negli ultimi mesi ha portato il popolo iraniano quasi alla fame, nonostante il paese sia fra i primi tre al mondo per la produzione di gas e petrolio.

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