Usa. Jeff Sessions contestato pubblicamente da due pastori
30 ottobre 2018
Il procuratore generale è stato criticato da un pastore metodista e uno battista per la politica che l’amministrazione Trump sta attuando nei confronti dell’immigrazione
Il procuratore generale Jeff Sessions aveva appena cominciato un suo intervento sulla libertà religiosa quando è stato interrotto da due pastori, un metodista e un battista, che lo hanno invitato a «pentirsi» per la politica che l’amministrazione Trump sta attuando nei confronti dell’immigrazione.
Sessions stava partecipando all’incontro «Il futuro della libertà religiosa» che si è tenuto ieri 29 ottobre a Boston, organizzato dal Boston Lawyers Chapters of the Federalist Society, un gruppo di legali di area conservatrice. Ma, non appena ha preso la parola, un pastore della Chiesa Metodista Unita, il rev. Will Green della Ballard Vale United Church ad Andover, in Massachusetts, lo ha interrotto citando le Scritture.
«Ricorda le parole di Gesù: “ebbi fame e non mi deste da mangiare; fui straniero, e non mi accoglieste”», ha esordito Green, stando in piedi mentre citava alcuni versetti del vangelo di Matteo cap. 25. Poi, facendo riferimento alla denominazione cristiana a cui appartiene il procuratore generale, ha detto: «Fratello Jeff, come metodista unito, ti chiamo a pentirti, a prenderti cura di chi è nel bisogno, e a ricordare che quando non ti prendi cura degli altri, stai ferendo il corpo di Cristo».
Sessions ha ringraziato Green per le sue parole, affermando di fare ogni giorno il massimo per far rispettare le leggi degli Stati Uniti; poi, definendo l’intervento del pastore un «attacco», Green è stato allontanato dalla polizia.
Intervistato da Religion News Service il pastore metodista ha detto di comprendere il perché Sessions avesse definito un attacco le sue osservazioni. «A volte, quando incontriamo Gesù, ci sembra di essere attaccati, perché quando ci imbattiamo nel Vangelo possiamo vedere chiaramente che ciò che stiamo facendo su questa terra è un ostacolo a Gesù».
Green ha poi aggiunto nell’intervista a RNS che la sua protesta era parte di una manifestazione più ampia organizzata dal gruppo Fede in azione, che si stava svolgendo all’esterno dell’edificio contro le posizioni di Sessions su immigrati e rifugiati, e altre politiche del Dipartimento di Giustizia.
«Ho interrotto il procuratore generale Sessions perché la sua intera agenda politica è antitetica al vangelo di Gesù Cristo. Il fratello Jeff e io siamo membri della United Methodist Church, quindi penso di avere la responsabilità di richiamarlo a rendere conto del danno che sta facendo», ha aggiunto Green, spiegando che la sua protesta è «espressione della santità sociale all’interno della tradizione metodista Wesleyana».
Allontanato Green dalla sala, è stato poi il pastore Darrell Hamilton della First Baptist Church in Jamaica Plain, Mass., che si è anche alzato in piedi e ha preso la parola, mentre fischi e urla si erano levati nella stanza.
Il pastore battista ha detto a Sessions e alla folla dei presenti che il pastore Green stava semplicemente esercitando il suo diritto alla libertà di religione.
A quel punto è stato allontanato dalla polizia anche Hamilton, che ha definito un’ipocrisia che ad un incontro di sostenitori della libertà religiosa egli venisse accompagnato fuori dalla stanza per aver praticato la sua fede. Più tardi, il pastore Hamilton ha spiegato che la sua protesta si inseriva nel solco della tradizione battista e dell’eredità di pastori battisti difensori della libertà di coscienza e religiosa, come Roger Williams e John Leland.
Liberato dai contestatori, Sessions ha difeso le politiche di immigrazione della nazione, affermando che esse sono compatibili con la sua fede e che «non è immorale, né indecente e né scortese far rispettare le leggi in vigore».
Già lo scorso giugno, diversi leader cristiani avevano duramente criticato Jeff Sessions che aveva addirittura citato la Bibbia per giustificare la separazione dei figli dai genitori arrestati per essere entrati illegalmente negli Stati Uniti.
Nonostante le aspre critiche nei confronti di Sessions e dell’amministrazione Trump da parte dei responsabili delle principali tradizioni cristiane, i membri delle chiese sono divisi a metà nel loro sostegno al presidente. Secondo un sondaggio del Pew Research di marzo, il 46% dei protestanti bianchi disapprova Trump, ma il 48% lo sostiene.