Osservatore internazionale italiano arrestato a Istanbul
08 ottobre 2018
In Turchia per seguire il processo a carico della band musicale Group Yorum, non gli sono state formulate accuse specifiche
Giovedì 4 ottobre, nel centro culturale Idil di Istanbul sono stati arrestati dalla polizia turca - in due diverse retate - musicisti e militanti di sinistra. Fra loro anche Gianfranco Castellotti, uno degli italiani che presenziavano – in qualità di osservatori internazionali – alle udienze del processo a carico di alcuni membri di Group Yorum (gruppo musicale di sinistra che dal 1985 canta a fianco degli operai, degli studenti, dei popoli oppressi e da anni è finito nel mirino della repressione). Gianfranco, veterinario di Massa, è noto per il suo decennale impegno a fianco dei popoli oppressi.
Gli altri arrestati, al momento ancora trattenuti in una caserma di Istanbul, sono: Dilan Poyraz, Özgür Zafer Gültekin, Hasan Farsak, Irin Ayaz, Taylan Gültekin, Gönül Bozkurt.
Sembrerebbe che -almeno nei confronti di Castellotti - non vi siano accuse specifiche, ma sappiamo che nella Turchia odierna di Erdiogan una generica (e spesso infondata) accusa di "terrorismo" non si nega a nessuno. Si troverebbe ancora in una stazione di polizia e potrebbe ricevere il decreto di espulsione dal paese nelle prossime ore, soluzione gradita alla Farnesina, ma che vede contrario lo stesso Castellotti che certo non avrebbe più possibilità di metter piede su suolo turco. Ma l’alternativa all’espulsione dovrebbe essere un processo con accuse tutte da formulare.
Come espressione di solidarietà verso gli incarcerati, amici e compagni di Gianfranco hanno indetto a Massa un partecipato presidio sabato 6 ottobre perché «la cultura non si può arrestare».
Da venerdì 5 ottobre Gianfranco ha iniziato uno sciopero della fame, nonostante le sue attuali condizioni di salute precarie (gli avrebbero sottratto anche i medicinali di cui deve far uso). L'italiano ha comunque richiesto che «anche gli altri compagni in stato di fermo siano messi in evidenza» sia nei comunicati che nelle eventuali iniziative pubbliche in quanto non vuole «essere solo lui al centro della questione».