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Separazione pacifica tra anglicani conservatori e liberali

È la proposta dell’arcivescovo Nicholas Okoh, presidente della Conferenza sul futuro globale dell’anglicanesimo (Gafcon)

Sempre più vicino pare essere lo scisma all’interno della Comunione anglicana. Dalla Global Anglican Future Conferenze (Gafcon), ala conservatrice della Comunione anglicana mondiale, arriva la proposta di avviare una «separazione strutturale» tra le chiese che mantengono posizioni tradizionali sulla sessualità (soprattutto quelle africane e asiatiche) e quelle che accettano il matrimonio omosessuale (soprattutto le chiese nordamericane ed europee), al fine di evitare costose azioni legali.

Nella sua newsletter mensile, il presidente della Gafcon, l’arcivescovo e primate di tutta la Nigeria Nicholas Okoh, ha attaccato la Chiesa episcopale negli Stati Uniti, che – secondo quanto afferma – dal 2000 ha speso più di 60 milioni di dollari in azioni legali contro i conservatori. Secondo quanto riferisce Okoh gli anglicani in Brasile, che hanno formato una provincia separatista, sarebbero anche «perseguitati» a motivo delle loro posizioni conservatrici.

Quando lo scorso maggio la Chiesa anglicana della Nuova Zelanda e della Polinesia (Acanzp) ha deciso di concedere la benedizione alle relazioni omosessuali, diverse parrocchie neozelandesi hanno affermato di non poter più far parte della Provincia. A quel punto, la Gafcon ha proposto «un approccio nuovo per ridurre i conflitti».

Okoh ha riferito infatti che Glenn Davies, arcivescovo di Sydney e vice segretario generale Gafcon per l’Asia e l’Oceania, ha incontrato i vescovi della Acanzp e ha suggerito una «coesistenza distintiva», descritta come «una proposta di “separazione strutturale” che riconosce la realtà delle differenze inconciliabili» riguardo alla natura della Bibbia e del Vangelo, e che dovrebbe avvenire pacificamente.

«È la Chiesa anglicana della Nuova Zelanda e della Polinesia in quanto provincia autonoma a decidere se accetterà questa proposta, ma in pratica molto dipenderà dall’atteggiamento dell’Arcivescovo di Canterbury», ha aggiunto Okoh secondo il quale finora «il buon disaccordo» è stato «un modo per accogliere il falso insegnamento trattando le questioni primarie come se fossero secondarie e presentando come scismatici coloro che mantengono la tradizione in buona coscienza».

«Ora la Gafcon per gestire il disaccordo sta proponendo una modalità che ha integrità teologica, e che riduce al minimo il dolore e l’angoscia che sono stati fin troppo evidenti in America», ha concluso Okoh.

Per le parrocchie che decidono di lasciare la loro denominazione c’è in discussione la questione della proprietà dei loro edifici. La Chiesa episcopale statunitense (Tec) e altre Chiese anglicane sostengono che quando una Chiesa esce dalla Comunione non ha il diritto di acquisire le proprietà, dal momento che esse appartengono alla più ampia denominazione e che spesso sono state pagate con fondi centrali.

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