I metodisti britannici contro l’estradizione in USA di due jihadisti
30 luglio 2018
La ragione della posizione contraria è la rinuncia del governo britannico a chiedere garanzie sulla non applicazione della pena di morte
La pastora Michaela Youngson, presidente della Conferenza metodista britannica, e il suo vice presidente, Bala Gnanapragasam, hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale contro l’estradizione negli USA dei due jihadisti britannici Alexanda Kotey e El Shafee Elsheikh. Appartenenti a un gruppo di foreign fighters britannici denominato “Isis Beatles” per il loro forte accento inglese, i due sono accusati di aver partecipato a 27 esecuzioni di ostaggi e prigionieri, uccisi nei modi più barbari. Detenuti in Siria, gli Stati Uniti hanno chiesto la loro estradizione alla quale il governo britannico non si è opposto rinunciando a chiedere garanzie riguardo alla non applicazione nei loro confronti della pena di morte.
I due terroristi si sono macchiati di “crimini orrendi che non mostrano alcun rispetto per la dignità umana – scrivono i due esponenti metodisti -. E tuttavia anche nei casi più difficili l’impegno della nostra nazione a favore dei diritti umani, inclusa l’opposizione alla pena di morte, non deve venir meno”. “Coloro che sono colpevoli di reati di terrorismo – continuano Youngson e Gnanapragasam – deve essere portato davanti alla giustizia, ma non possiamo permettere che la malvagità delle loro azioni e la loro ideologia distorta indeboliscano il valore che la nostra nazione attribuisce ai diritti umani universali”.
Le polemiche suscitate, in Parlamento e nella società, dalla posizione del governo e un ricorso promosso dai legali di uno dei due detenuti di fronte a una corte britannica, hanno momentaneamente portato alla sospensione di qualsiasi decisione da parte di Downing Street.