Cannes. A “Capharnaüm” della libanese Labaki il Premio della Giuria ecumenica
21 maggio 2018
Menzione speciale a Blackkklansman di Spike Lee
E’ “Capharnaüm” della libanese Nadine Labaki la pellicola vincitrice del Premio della Giuria ecumenica al festival di Cannes 2018.
Secondo la Giuria, l’edizione di quest’anno ha avuto come protagonisti «donne e bambini, migranti ed emarginati, che hanno mostrato con la loro perseveranza e ingenuità, amore e coraggio, tutta la forza dello spirito umano».
Così è anche nel film vincitore che racconta la storia di Zain, una ragazzino di 12 anni, che avvia una causa legale per averlo messo al mondo. «Attraverso la storia di Zain – si legge sul sito della Giuria – la regista mostra senza concessioni l’infanzia maltrattata e propone un viaggio iniziatico pieno di altruismo».
Una menzione speciale è andata a “Blackkklansman” di Spike Lee, «Un grido d’allarme contro un razzismo persistente, non solo negli Stati Uniti ma nel mondo intero. Mescolando i generi commedia e horror, il film condanna la manipolazione della religione per giustificare l’odio».
La Giuria ecumenica è presente a Cannes dal 1974. Istituita dall’organizzazione protestante INTERFILM e da quella cattolica Signis, quest’anno è stata presieduta dalla portoghese Inês Mendes Gil