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Macron in Nuova Caledonia con il presidente della Federazione protestante

A pochi mesi dal referendum per l'indipendenza delle isole del Pacifico dalla Francia, la chiesa protestante locale gioca un ruolo chiave

Poco dopo l’insediamento di Emmanuel Macron all’Eliseo, il presidente della Federazione protestante di Francia, pastore François Clavairoly nel corso di un incontro aveva fra l’altro manifestato l’impegno e l’interesse del protestantesimo francese nei confronti del processo di autodeterminazione dell’arcipelago della Nuova Caledonia. Si, perché nel prossimo autunno potrebbe sorgere un nuovo stato autonomo e sovrano. Gli abitanti di questo possedimento d’oltremare francese voteranno infatti in un referendum la propria indipendenza o meno da Parigi, e un ruolo di primo piano nell’accompagnare la popolazione a un voto consapevole e non macchiato da violenze, come purtroppo accaduto in passato, lo sta ricoprendo la Epknc, la Chiesa protestante dei Kanaky della Nuova Caledonia, in cui si riconosco circa il 10% dei 300 mila abitanti dell’arcipelago del Pacifico.

Ora che Macron è sbarcato a Noumea il 3 maggio, per una intensa tre giorni di incontri per far sentire la vicinanza e la voglia della Francia di non perdere queste terre, ricche di Nichel e in posizione strategica a fianco dell’asse indo-cinese, al suo fianco ha voluto fra gli altri proprio il pastore Clavairoly. Il protestantesimo ha una lunga storia a queste latitudini: dopo la partenza della London Missionary Society, la prima a evangelizzare la popolazione locale all’inizio del XIX secolo, dal 1853 la Nuova Caledonia diventa un possedimento transalpino.

La popolazione kanaka, autoctona, per la prima volta negli ultimi anni è divenuta minoranza rispetto agli oriundi provenienti dalla Francia, e questo al momento pare sbilanciare il referendum verso un no all’indipendenza che al momento si attesterebbe attorno al 60%. Ma Parigi non vuole sorprese, da qui lo sbarco in forze per incontrare vertici politici e religiosi delle isole. Il pastore Maurice Leenhardt, arrivato per la prima volta in Caledonia nel 1902, ne diventerà una delle figure più importanti, avendo fondato la missione “Do Neva” per fornire istruzione primaria e secondaria agli abitanti. Fu anche il creatore della Società degli oceanisti nel 1926 e fra i pionieri dell’insegnamento delle lingue oceaniche alla scuola di lingue orientali, a partire dal 1944.

Stretti legami fra i protestantesimi pacifici e francesi sono garanti oggi dal Servizio missionario protestante, la Defap, che realizza progetti in loco, in un contesto socio economico caratterizzato da forti disparità, e fra l’altro organizza l’arrivo in Francia di pastori kanaki per periodi di formazione. Con la Federazione protestante di Francia la Defap ha organizzato nel settembre 2017 una conferenza proprio sul tema del referendum per l’indipendenza. Il 2018 è anche il trentennale dagli accordi di Matignon, siglati nel giugno del 1988 e volti a garantire maggiore indipendenza all’arcipelago al termine di anni di scontri e violenze. Macron è stato in particolare il primo presidente a recarsi a Ouvea dopo il tragico assalto alla locale stazione di polizia del 22 aprile 1988, concluso con la morte di 4 gendarmi e una ventina di nazionalisti, uno dei luoghi simboli dell’indipendentismo locale.

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