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L’Onu e i leader religiosi insieme per combattere l’ebola

Un incontro a Ginevra per studiare le migliori strategie per fermare il dilagare del virus

I rappresentanti delle Nazioni Unite e i rappresentanti del Consiglio ecumenico delle chiese concordano nell’affermare che la comunità internazionale e i leader religiosi devono collaborare con più intensità per combattere la piaga del virus ebola.

Un incontro sul tema si è tenuto nei giorni scorsi a Ginevra, quale ideale proseguimento delle consultazioni tenutesi lo scorso settembre sempre sullo stesso argomento.

In videoconferenza David Nabarro, l’inviato speciale del segretario generale dell’Onu con delega sull’emergenza ebola, ha rimarcato che «i gruppi religiosi hanno un ruolo chiave nella risposta al dilagare dell’emergenza perché è loro il contratto più stretto con le comunità locali».

La consultazione ginevrina aveva come compito primario la condivisione delle competenze e delle esperienze dei vari soggetti coinvolti, dalla Cec (Consiglio ecumenico delle chiese) all’Onu, dall’Organizzazione mondiale della sanità all’Unicef, dall’Act Alliance alla Federazione luterana mondiale a molti altri ancora.

«Il virus ebola colpisce diritto al cuore il nostro concetto di esseri umani», ha sottolineato l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, anch’egli fermamente convinto del contributo che le chiese e le altre comunità di fede devono giocare nel rispondere alla crisi. Il leader della Chiesa anglicana ha raccontato del profondo dolore in cui si è imbattuto durante una visita in Africa occidentale in ottobre, quando ha avuto modo di vedere con i propri occhi il dramma delle popolazioni, ed ha potuto incontrare Anthony Banbury, il capo dello staff delle Nazioni Unite per la risposta alla crisi ebola, che ha mostrato come si venga infettati dalle persone che si sono amate di più e che da morte possono essere troppo pericolose per chi rimane in vita a soffrire; per questo certe pratiche rituali sono da modificare e c’è da prestare molta più attenzione agli aspetti sanitari, educando in questo senso la popolazione.

Il Segretario generale della Cec Olav Fykse Tveit ha invece puntato l’attenzione sui duplici aspetti di questa emergenza: medica da un lato e sociale, di comunità, dall’altro. I membri di chiesa della Cec stanno assistendo le famiglie dei malati o dei morti a causa del male, con un occhio di riguardo ai tanti orfani che questo dramma sta creando.

Fonte Wcc - redazione | Foto via Flickr

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