Preoccupazione per la libertà religiosa in Europa
01 marzo 2018
Un seminario a Bruxelles per riflettere su una tendenza in atto anche nel nostro continente
«Sfide per la libertà di coscienza e di religione in Europa … e sicurezza»: questo il titolo di un seminario svoltosi ieri presso l’Europarlamento a Bruxelles, promosso dall’Associazione internazionale per la difesa della libertà religiosa (Aidlr), su iniziativa del suo segretario generale Liviu Olteanu.
«Nel corso del dibattito sono emersi molteplici motivi di preoccupazione, soprattutto in relazione al tema del progressivo indebolirsi delle garanzie di tutela dei diritti umani e di libertà religiosa causati dell’intensificarsi in più paesi dell’Europa delle politiche di “sicurezza spirituale e sociale” messe in campo dai vari governi», ha dichiarato al termine dell’incontro il pastore avventista Davide Romano, direttore della rivista “Coscienza e Libertà”, intervenuto con una relazione dal titolo “L’Unione europea promuove davvero nella sua azione interna ed esterna i diritti umani e la libertà di coscienza secondo quanto previsto dalle linee guida del 2013? Alcune possibili risposte”.
Numerosi i relatori provenienti da tutta Europa tra cui Elisabeta Kitanovic, segretario esecutivo della Conferenza delle chiese europee (Kek); Hans Noot, di Human Rights Without Frontiers, i giuristi María José Falcón y Tella e Jose Miguel Serrano dell’Università Complutense di Madrid, rispettivamente direttrice dell’Istituto per i diritti umani e docente di filosofia del diritto.
Relativamente all’implementazione di politiche di difesa e promozione dei diritti umani, Raphael Warolin dell’European External Action Service (Eeas), servizio diplomatico dell’Unione europea, ha confermato l’impegno dell’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, citando i circa quaranta tavoli di confronto bilaterale attivati negli ultimi anni con altrettanti paesi terzi.
Il seminario, svoltosi presso il padiglione Altiero Spinelli, ha visto il patrocinio dell’Europarlamento, nonché la partecipazione dell’Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa (Alde) e del Partito popolare europeo (Ppe).