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Una comunità che lotta per la propria sopravvivenza

In occasione delle Olimpiadi invernali, Open Doors lancia un appello a non dimenticare le migliaia di cristiani perseguitati in Corea del Nord

Mentre l’attenzione del mondo è concentra sulle XXIII Olimpiadi invernali in corso a Pyeongchan (Sud Corea), Open Doors, Organizzazione non governativa che aiuta i cristiani perseguitati in tutto il mondo a causa della loro fede, lancia un appello a non dimenticare le migliaia di cristiani perseguitati sotto il brutale regime del dittatore nordcoreano Kim Jong-un.

Ogni anno Open Doors pubblica la sua World Watch List – una classifica dei primi 50 paesi in cui i cristiani affrontano la persecuzione più estrema. Negli ultimi 15 anni, la Corea del Nord risulta il luogo più pericoloso al mondo in cui essere cristiano.

Ogni aspetto della vita in quel paese è controllato dallo Stato. Credere che Dio sia un’autorità superiore al leader Kim Jong-un, è vista come una minaccia che deve essere eliminata. Decine di migliaia di cristiani sono incarcerati in orribili campi di lavoro, e altre migliaia vivono la loro fede in Cristo nella totale clandestinità.

Nonostante la violenta persecuzione, la chiesa cristiana in Corea del Nord sta crescendo. Secondo le stime di Open Doors sono circa 300.000 i cristiani nordcoreani che hanno un disperato bisogno di essere incoraggiati. «Mentre molte nazioni prendono parte ai Giochi olimpici invernali, non dimentichiamo che ogni giorno oltre 300.000 cristiani non hanno il diritto di praticare la propria religione», ha affermato il dott. Matthew Rees, responsabile delle politiche di advocacy di Open Doors. «Si tratta di una comunità assediata che lotta per la propria sopravvivenza».

Per comprendere meglio le difficoltà, il dolore e il coraggio dei cristiani nordcoreani, Open Doors ha preparato per il periodo Quaresimale Vivere come un nordcoreano, materiale gratuito, contenente non solo preghiere e riflessioni quotidiane ma anche la proposta di azioni settimanali che aiutano a capire un po’ di più ciò che i cristiani nordcoreani sopportano ogni giorno. Ad esempio, il lettore è invitato a vivere un giorno senza riscaldamento (o senza mangiare), o a considerare di essere costretto a nascondere la propria Bibbia, o a imparare informazioni sul dittatore nordcoreano.

Certamente queste azioni non possono riproporre fedelmente la realtà nordcoreana, ma per le persone che si accostano ad esse in spirito di preghiera possono essere una finestra sul mondo dei cristiani nordcoreani vittime della persecuzione.

Per molti credenti clandestini è di grande sostegno sapere che i cristiani di tutto il mondo stanno dalla loro parte. Un cristiano nordcoreano ha detto: «Non conosciamo i vostri nomi o i vostri volti, eppure voi ci sostenete. Grazie a voi resistiamo».

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