Le chiese europee in campo per i giovani croati e serbi
24 ottobre 2017
Un video racconta le condizioni delle minoranze etniche e religiose nei paesi dell’ex Jugoslavia
Lo scorso 19 ottobre la Kek, la Conferenza delle chiese europee, è stata ospite del Parlamento europeo a Bruxelles per lanciare il video intitolato “Standing up for minorities” alla presenza di molti giovani serbi e croati, oltre a vari ospiti internazionali. La presenza delle ragazze e dei ragazzi delle due nazioni nate dalla disgregazione della Jugoslavia non era ovviamente casuale. Il film esplora infatti la situazione delle minoranze religiose e etniche in Serbia e Croazia, laddove la guerra civile ha lacerato relazioni e convivenze.
Durante la settimana santa dal 10 al 13 aprile 2017 10 giovani serbi abitanti in Croazia e altrettanti croati provenienti dalla Serbia hanno potuto visitare le istituzioni europee nella capitale belga su iniziativa del metropolita Porfirio di Zagabria e Lubiana. L’obiettivo era far loro conoscere le iniziative in tema di diritti umani guidate dall’Unione Europea, con una particolare attenzione riservata alle politiche a tutela delle minoranze. Al contempo le ragazze e i ragazzi hanno potuto raccontare le proprie personali esperienza di “minoranza” all’interno di un paese.
Da quell’esperienza è stato tratto il breve film di 20 minuti presentato la scorsa settimana.
La Croazia, membro dell’Unione Europea dal 2013, dispone di una robusta legislazione sul tema dei diritti umani, ma occorrono maggiori sforzi per assicurarne la piena attuazione nel campo dei diritti delle minoranze etniche e religiose. In Serbia, nazione candidata all’ingresso nell’Unione, quello delle minoranze è un settore per cui è necessario ancora un lavoro di armonizzazione della legislazione per adattarla ai criteri sanciti dal trattato di Lisbona.
Il metropolita Porfirio, presente all’incontro, ha affermato che «le sfide fra la Croazia e la Serbia vanno vinte nello spirito del Vangelo, testimoniando l’amore e l’ascolto reciproco, combattendo i pregiudizi e la xenofobia. C’è un’abitudine diffusa di affermare che il responsabile di una mia situazione sia colpa dell’altro. Se vediamo negli altri i colpevoli e non ci chiediamo mai se anche noi contribuiamo ai conflitti, allora non ci sono prospettive per il progresso futuro».
Jelena Nestorovic, rappresentante del Consiglio nazionale della gioventù serba in Croazia ha accolto con favore la possibilità di scambi, utili ad aumentare le conoscenze, al di là delle narrazioni che rappresentano spesso i mezzi di comunicazione: «il dialogo è lo strumento fondamentale per superare gli ostacoli».
Mario Vrselja, rappresentante invece del Consiglio nazionale della gioventù croata in Serbia, ha sottolineato come il soggiorno comune effettuato durante la settimana santa ha portato un rafforzamento dell’armonia fra i coetanei: «la Serbia ha bisogno di esempi simili per costruire una cultura più forte sul tema delle minoranze».
Nello spirito del proverbio cipriota pronunciato durante il dibattito “Se non puoi eliminare il buio, puoi illuminarlo con una candela”, la Kek raccomanda calorosamente la prosecuzione del programma di dialogo fra le nuove generazioni.
Il video si può visualizzare qui.