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Potere alle donne!

La Chiesa metodista del Benin punta sulle donne per fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici

Le donne sono il futuro della Chiesa protestante metodista del Benin, ecco perché quest’ultima, che è membro della Cevaa – Comunità di chiese in missione, e sta uscendo soltanto adesso da una crisi durata vent’anni, ha deciso di puntare su di loro per portare sviluppo economico e sociale nel Paese.

Lo racconta su Réformés Marie Destraz, parlando di un progetto sostenuto da DM- échange et mission, il servizio delle Chiese protestanti della Svizzera francofona per i progetti di missione, formazione e sviluppo nei paesi del sud del mondo in partnership con le chiese locali.

Il progetto fa parte della campagna La terre en partage, La terra condivisa, che vede impegnate DM- échange et mission e l’Entraide protestante suisse (Eper). Questa campagna, che durerà fino a novembre, permette alle popolazioni del Benin di fronteggiare una serie di difficoltà legate a catastrofi di varia natura e in particolare ai cambiamenti climatici, che nel paese africano, la cui economia è basata in larga parte sull’agricoltura (il 70% della popolazione), sono ormai tangibili: piogge irregolari, siccità, diminuzione dei raccolti. In questo contesto diventa importante l’azione dei partner locali del progetto in termini di formazione sulla agro-ecologia (con laboratori sull’uso del compostaggio e della pacciamatura, ad esempio), sensibilizzazione sui temi della tutela ambientale. Queste azioni hanno già cominciato a dare frutto, letteralmente, aumentando la produzione agricola nonostante le difficili condizioni climatiche. Materiali molto interessanti sulla campagna si possono trovare qui.

Grazie alla formazione fatta da animatrici laiche ai gruppi di coltivatrici dei vari villaggi, queste acquisiscono al tempo stesso conoscenze tecniche e maggiore consapevolezza in termini di leadership, ad esempio con la creazione di associazioni di agricoltrici nelle zone rurali.

Le donne, infatti, sono «il cuore delle attività produttive: dall’educazione dei bambini, alla gestione del budget familiare, alla coltivazione della terra», come spiega Antoinette Bossou, già vicepresidente della Chiesa metodista prima della sua riunificazione nel 2017 e presidente dell’Unione delle donne metodiste per dieci anni, sempre nell’articolo di Marie Destraz. Da qui l’importanza di una sensibilizzazione sulla conservazione dell’ambiente, abbandonando ad esempio una serie di fertilizzanti chimici che impoverivano i terreni e abbassavano la produttività.

Alla dimensione sociale ed economica si accompagna naturalmente quella ecclesiastica, in quanto, come osserva la responsabile dell’informazione per DM-échange et mission, Sylvaine Pittet, «la chiesa rimane il luogo per eccellenza della socialità, è all’interno delle parrocchie che emergono le leader che possono dare l’impronta anche sulla società».

Un’impronta che fatica ad affermarsi, in quanto le donne continuano a essere escluse dai ruoli decisionali, a livello politico ma anche ecclesiastico.

Immagine: By Crops for the Future - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16048748

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