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I membri di una chiesa del Texas hanno votato perché nessuna coppia possa più dire nel proprio tempio “Si, lo voglio”, se i propri esecutivi nazionali continuano a vietare le unioni fra persone dello stesso sesso.

La First United Methodist church di Austin, che conta fra i suoi membri alcune persone gay e lesbiche, ha fatto scegliere i fedeli sulla possibilità di non celebrare più alcun tipo di matrimonio, nemmeno eterosessuale, fino a che non cambieranno le norme in materia. Il voto è stato un plebiscito, il 93% ha appoggiato l’idea del concistoro locale.

«La mia speranza, che vedo già essere sostenuta, è che tale scelta avrà un effetto aggregante per la nostra comunità- ha riportato ai giornali locali il pastore Taylor Fuerst- . Vogliamo comunicare alla città che se appartieni al panorama Lgbtq qui da noi non vieni solo tollerato, ma vieni abbracciato».

I matrimoni eterosessuali già calendarizzati si svolgeranno regolamente, e poi ci sarà lo stop per questa chiesa centrale, sita proprio di fronte al palazzo del Parlamento della capitale del Texas.

Il Libro delle discipline dell’Umc, United Methodist Church, datato 1972, afferma che tutti gli individui sono creature sacre, ma afferma che la pratica dell’omosessualità “non è compatibile con l’insegnamento cristiano”.

Il testo definisce il matrimonio come un patto “tra un uomo e una donna”. Dal 1996 la denominazione ha anche vietato espressamente a pastori e chiese di celebrare cerimonie di accoglienza per le coppie dello stesso sesso. Riley Nix, uno dei membri della commissione matrimoni della chiesa locale, e uno fra i leader gay della città, non ha potuto celebrare la propria unione nella sua chiesa di appartenenza, ma ha dovuto recarsi altrove.

Davis Covin, a sua volta membro di chiesa, ha commentato come un simile plebiscito dimostri che «i nostri fratelli e le nostre sorelle sono disposti a sacrificare una posizione di privilegio per essere solidali con coloro che sono discriminati. Penso che questo sia un grande esempio per i bambini e i giovani della nostra chiesa: mostrare loro che siamo tutti figli di Dio e che ci battiamo per la giustizia sociale e per l’uguaglianza». Sono già 11 le chiese dell’Umc che si sono accodate ad una simile decisione, che sta facendo molto parlare in America: fra loro anche la chiesa metodista di Winston-Salem,in Carolina del Nord, che in realtà è una capostipite, visto che già nel 2013 ha adottato simili provvedimenti, e la cui pastora, Kelly Carpenter, ha ricordato che «pressochè tutta la comunità era ed è concorde con la nostra scelta. Solo a Pasqua e Natale di tre anni fa abbiamo avuto qualche manifestante fuori dalla porta, ed ora sono tornati in questi giorni dopo la notizia della chiesa di Austin che ha riportato il dibattito sul tema al centro dell’attenzione». Nel frattempo, lei e gli altri pastori si sono astenuti dall’officiare matrimoni nella loro chiesa. L’assemblea generale della Chiesa metodista unita nel 2016, di fronte al rischio di una scissione, ha autorizzato i vescovi a formare una commissione ad hoc per tentare di superare l’impasse in corso. Una conferenza straordinaria sull’argomento è stata calendarizzata nel 2019, per discutere di ciò che la commissione,composta da 32 soggetti, vorrà raccomandare. La speranza è quella di trovare una soluzione valida per tutti. Fino ad allora comunque, nella chiesa centrale di Austin non si celebreranno più matrimoni.

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