Violazioni della libertà religiosa in Russia
28 settembre 2017
Un convegno alla Camera dei Deputati ha messo in primo piano soprattutto la difficile situazione dei testimoni di Geova
Articolo tratto da Notizie Avventiste
Martedì 26 settembre, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, si è tenuto il convegno “Violazioni della libertà religiosa in Russia. Un problema che interroga l’Europa”.
Organizzato dal Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), diretto da Massimo Introvigne, il convegno ha aperto la prima sessione con il benvenuto dell’onorevole Luigi Lacquaniti. Sono seguiti gli interventi di James Toronto, della Brigham Young University; di Patricia Duval, avvocato del Foro di Parigi; di Germana Carobene, dell’Università Federico II di Napoli.
Nella seconda parte dell’incontro si è svolta una tavola rotonda presieduta da Raffaella Di Marzio, direttrice del Centro studi Lirec; con la partecipazione di Davide Romano, direttore della rivista Coscienza e Libertà; Fabio Pianigiani, membro dell’Iskon (Associazione internazionale per la coscienza di Krishna); Erik Roux, rappresentante della chiesa di scientology.
Tutti i relatori, con le sfumature date dai loro rispettivi ruoli, hanno affrontato il caso particolarmente attuale delle violazioni della libertà religiosa in Russia, che interpella l’Europa e quanti sono impegnati a salvaguardare questo diritto fondamentale. Un caso eclatante è la messa al bando dei testimoni di Geova a seguito della discussa legge Yarovaya del 2016, che li ha accusati di estremismo. Tale legge lede gravemente la libertà religiosa, limitando in modo inaccettabile le attività missionarie e di proselitismo delle minoranze religiose. A nulla è valso il ricorso alla Corte europea, che ha dato ragione ai testimoni di Geova, con una sentenza totalmente ignorata dal potere politico russo. La chiesa di maggioranza in Russia non perde occasione di ribadire la sua supremazia e la legge Yarovaya le facilita non poco la strada. Ma la libertà di religione e di credo, hanno sottolineato i relatori, è un diritto che vale per tutti, minoranze comprese, e va salvaguardato e difeso con fermezza.