Le chiese cristiane di diversa denominazione sparse negli Stati Uniti hanno fermamente condannato l’odio razziale che ha animato i violenti scontri avvenuti il 12 agosto a Charlottesville, in Virginia, al raduno dei suprematisti bianchi entrati in contatto con una contromanifestazione antirazzista. La tensione è esplosa quando un’auto si è lanciata tra la folla di cittadini che si opponevano alla marcia «Unire la destra» dei suprematisti bianchi che, con bandiere a croci uncinate, cappucci del KKK e slogan violentemente razzisti, protestavano contro la decisione del consiglio comunale di rimuovere da un parco la statua del generale Robert E. Lee, che nella guerra civile Usa del 1861-1865 guidò le forze confederate e schiaviste. Una vittima, la trentenne Heather Heyer, e una trentina di feriti è il tragico bilancio degli scontri.
La Chiesa presbiteriana degli Usa (Pcusa) in una dichiarazione ufficiale ha affermato: «Continuiamo a prendere posizione contro l’odio e la supremazia bianca e condanniamo i nazionalisti bianchi, il KKK, la Alt-right, i nazisti e i gruppi razzisti o individui che sono responsabili della diffusione dell’odio razziale in questo paese. (…) Continuiamo a lavorare per creare un paese in cui la disuguaglianza razziale sia sostituita da pari opportunità e giustizia per tutti gli americani.
Testimoniamo la nostra fede in un Dio che supera la divisione e promuove l’unità, la guarigione e la pace.
Continuiamo a promuovere una comprensione della nostra comune umanità e il valore di tutti gli esseri umani.
Continuiamo il lungo e lento cammino verso la giustizia per tutti.
(…) L’eredità dell’odio razziale ed etnico deve finire. I nostri figli meritano un futuro più luminoso di tolleranza e di pace».
A poche ore dagli scontri John Upton, direttore esecutivo dell’Associazione generale battista della Virginia (Bgav), ha detto: «I battisti della Virginia sono colpiti dalla violenza e dalla perdita di una vita durante gli eventi che si sono verificati a Charlottesville. Preghiamo per i feriti e i loro familiari. Siamo grati a coloro che coraggiosamente si sono schierati contro l’odio e il male. Come popolo del Regno, abbiamo la speranza che l’amore e la pace alla fine prevarranno».
Meno sfumata la dichiarazione di Suzii Paynter, coordinatrice esecutiva della Cooperative Baptist Fellowship. «Le voci si levano insieme per condannare fortemente il razzismo, il fanatismo, e l’odio. Un coro che confessa la complicità e l’impegno a cambiare».
Molte chiese hanno dato rifugio ai manifestanti feriti e scossi dalla violenza razzista, tra cui la First United Methodist Church in Charlottesville. Attraverso diverse dichiarazioni è emersa chiara la posizione dei metodisti americani: dura condanna al razzismo, in quanto peccato dinanzi a Dio, ripudio della supremazia bianca, e rinnovato impegno per la costruzione di un mondo giusto e accogliente.
Cordoglio è stato espresso anche dalla Chiesa avventista attraverso la dichiarazione congiunta di Daniel R. Jackson e G. Alexander Bryant, rispettivamente presidente e segretario esecutivo della Chiesa cristiana avventista del 7° giorno in America del nord: «Siamo profondamente turbati dalla violenza e dall’odio che si sono abbattuti su Charlottesville, in Virginia, nel fine settimana appena trascorso. Siamo affranti per la tragica morte di Heather Heyer, che manifestava contro il fanatismo e l’odio quando la sua vita è stata stroncata insensatamente. Preghiamo per la famiglia di Heather, per la comunità di Charlottesville e per tutti coloro che sono stati feriti nell’attacco sulle persone insorte in solidarietà contro il male. Come cristiani e seguaci di Gesù, siamo con lui contro i gruppi di suprematisti bianchi che diffondono razzismo e violenza. Preghiamo perché arrivi il giorno in cui tutti i figli di Dio, di tutte le razze, si trattino reciprocamente con amore e rispetto, piuttosto che con pregiudizio e odio».