Eletta la prima donna presidente della Comunione mondiale delle chiese riformate
10 luglio 2017
«La chiesa deve crescere attraverso i talenti delle donne e dei giovani» ha dichiarato Najla Kassab, neoeletta presidente di origine libanese, invitando a essere presenti fisicamente dove si soffre e a impegnarsi per la giustizia, l’uguaglianza e l’ascolto
Najla Kassab, pastora del Sinodo evangelico nazionale di Siria e Libano, è la prima donna eletta presidente della Comunione mondiale delle chiese riformate (Wcrc), che riunisce più di 225 chiese in oltre 110 paesi. Kassab è laureata presso la facoltà di teologia del Medio Oriente e ha conseguito un Master in teologia presso il Seminario teologico di Princeton. È membro del comitato esecutivo della Wcrc dal 2007. Da oltre trent’anni incoraggia le donne a svolgere il ministero pastorale ed è stata ordinata pastora nel marzo 2017.
«Dal 1993 [anno in cui Kassab ha ricevuto la licenza alla predicazione dal Sinodo evangelico di Siria, ndr] ho combattuto per l’ordinazione pastorale in Medio Oriente e ringrazio Dio che, appena due mesi fa, siano state ordinate due donne –, ha dichiarato Kassab –. Sono impegnata per l’uguaglianza dei diritti delle donne affinché esse utilizzino pienamente i loro talenti nella vita della chiesa e auspico che la chiesa cresca attraverso i talenti delle donne». Tra le priorità che vede per la Wcrc, il sostegno ai giovani: «È il momento di ascoltarli, lottare con loro e sentire il loro contributo nella vita della chiesa». Rispetto al dialogo interno ed esterno, «la priorità è sedere attorno al tavolo e ascoltarsi l’uno con l’altro in uno spirito di discernimento e dialogo guidato dallo Spirito Santo». Sottolineando l’importanza dell’ecumenismo nella vita della Comunione: «Come persone riformate non possiamo sopravvivere senza ecumenismo. Quanto è successo a Wittenberg è una forte dichiarazione ecumenica». Sul pulpito di Lutero, dove Kassab ha pronunciato il sermone durante il culto che ha visto la Wcrc sottoscrivere la Dichiarazione luterano-cattolica sulla dottrina della giustificazione per fede (JDDJ), la nuova presidente ha provato un senso di grande ispirazione e empowerment: «Qui è dove Lutero ha predicato per la prima volta – ha commentato –, il posto perfetto per parlare di ordinazione delle donne».
Kassab ha anche voluto esortare la chiesa moderna a prendere sul serio le proprie responsabilità in materia di uguaglianza e giustizia. «La Comunione mondiale parla molto di giustizia. Vengo dal Medio Oriente e posso dirlo, so che aspetto ha l’ingiustizia». Kassab spesso si trova in Siria in situazioni di pericolo e sente fortemente l’esigenza che le chiese cristiane e la Wcrc si assumano dei rischi, essendo fisicamente presenti dove c’è sofferenza. Se la Comunione è disposta a impegnarsi e a coinvolgere tutti i suoi leader, uomini e donne, la giustizia sarà possibile. «Il cambiamento non sta nei documenti – ha concluso –, ma richiede la presenza fisica. Se non vogliamo essere presenti fisicamente, dobbiamo smettere di parlare di giustizia».
Le elezioni della presidenza e del nuovo comitato esecutivo si sono svolte il 7 luglio, durante l’Assemblea generale della Wcrc riunita a Lipsia. Dei 22 membri, 10 sono uomini e 12 donne; 15 sono ordinati e 7 sono laici. Cinque di età inferiore ai 30 anni. I quattro vicepresidenti sono Samuel Ayete-Nyampong (Ghana), Lisa Vander Wal (Stati Uniti), Sylvana Maria Apituley (Indonesia) e Raissa Vieira Brasil (Brasile). La chiesa valdese è membro della Wcrc, nel cui comitato è stato eletto anche il pastore Claudio Pasquet.