Era difficile trovare un posto libero nella cattedrale di Berna nel caldo pomeriggio di domenica 18 giugno. La Federazione delle chiese protestanti svizzere (Sek-Feps) aveva convocato la cittadinanza, i membri delle chiese cantonali della Svizzera e numerosi invitati esteri al «culto festivo nazionale» per i 500 anni della Riforma. Punto di arrivo, dopo un anno di iniziative sui temi della Riforma che hanno toccato tutti i cantoni svizzeri e promosso numerosi incontri ecumenici.
Nel segno delle tesi cinquecentesche di Zurigo, Berna, Ilanz e altre ancora, per un intero anno le chiese riformate cantonali si sono cimentate nella scrittura di nuove tesi per rispondere alle promesse e alla sfida dell’evangelo oggi. Una ricca documentazione messa a disposizione dei partecipanti. La Feps non si è limitata a promuovere iniziative a carattere nazionale ma ha voluto essere presente proprio là dove vi è stata la prima scintilla che ha innescato il processo delle riforme: Wittenberg. Nella città di Lutero gli svizzeri hanno organizzato una mostra che chiunque può visitare tra il 20 maggio e il 10 settembre: un pavillon intitolato «Prophezey – la Riforma svizzera». Una iniziativa ecumenica sostenuta sia dalla Feps sia dalla Conferenza episcopale svizzera, focalizzata su due aspetti fondamentali: la Bibbia di Zurigo e la tipografia di Froschauer (l’editore di Zwingli), per sottolineare l’impulso che la stampa ha offerto alla Riforma. Nel pavillon di Froschauer viene stampata, giorno dopo giorno, l’ultima versione della Bibbia di Zurigo del 2007. Come è noto, alcuni mesi prima della morte di Zwingli a Kappel (1531), Froschauer dette alle stampe la Bibbia di Zurigo, la prima traduzione integrale della Bibbia in lingua tedesca, tre anni prima della Bibbia di Lutero.
L’impronta ecumenica che la Feps ha voluto dare a tutte le iniziative per i 500 anni della Riforma si è manifestata concretamente anche nell’invito a numerosi ospiti provenienti da ogni parte d’Europa e ben oltre; erano infatti presenti quattro rappresentanti del «China Christian Council» con cui la Feps ha intrapreso delle relazioni ufficiali ormai da alcuni anni. Per conto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia era presente la vice-presidente Christiane Groeben. Il culto solenne si è protratto per un’ora e mezza ispirato dalle parole del Vangelo di Matteo: «dove c’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore» (6, 21). La predicazione è stata tenuta dal presidente della Feps, il pastore Gottfried Locher, mentre nella liturgia di confessione di peccato a più voci si è voluto espressamente menzionare il peccato di avere «annegato gli anabattisti».
Dopo la predicazione, hanno preso la parola il presidente della Comunione mondiale di chiese riformate, il pastore Jerry Pillay, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, il cardinale Kurt Koch, che nel suo breve messaggio ha citato per ben tre volte il riformatore Zwingli e il suo invito ad «ascoltare la parola di Dio» (Losend dem Gotzwort)! Infine ha portato il suo saluto il segretario generale del consiglio ecumenico delle chiese Olav Fyk Tveit rilanciando il messaggio di Busan 2013 in vista di un «pellegrinaggio di giustizia e di pace» che impegni concretamente le chiese in ogni parte della terra.
Subito dopo il culto, nel grande tendone allestito di fronte all’ingresso della cattedrale, in un’atmosfera festosa e allietata da cibi e bevande, hanno ancora portato il loro saluto il consigliere federale Johann Schneider-Ammann, Margot Kaessmann, ambasciatrice delle chiese protestanti tedesche per il Giubileo della Riforma e alcuni rappresentanti delle chiese riformate d’Europa. «La Riforma ci ha trasformati (...). Ora trasformiamo il mondo» recita un dépliant diffuso nelle chiese; un invito concreto a sostenere alcuni progetti di aiuto in Africa e in Asia: «le conquiste della Riforma meritano la nostra riconoscenza». Il logo ufficiale che ha fatto da faro a tutte le iniziative della Feps è una R maiuscola che sintetizza e rilancia l’impegno delle chiese riformate svizzere, attualizzata con tre indicazioni: «riflessione libera, azione concreta, fede gioiosa» (quer denken-frei handeln-neu glauben), riprese nel cartoncino offerto ai partecipanti con una medaglia dal valore di 20 franchi svizzeri in cui sono impressi i volti di Zwingli e Calvino. La Riforma continua...