Solo 20 anni fa sembrava che le produzioni casearie di alpeggio fossero destinate a scomparire: norme sanitarie severe e spesso lontane dalle antiche prassi, locali da risistemare, vie di accesso precarie. Invece il confronto fra Asl, amministrazioni locali, mondo agricolo, con lo stimolo di soggetti privati quali ristoratori di eccellenza o Slow food, ha portato forti investimenti sulle infrastrutture (viabilità, elettrificazione) e sugli edifici. Ne è migliorata molto la qualità dei prodotti al punto che oggi, riguardo alle caseificazione dei formaggi d’alpeggio, per la prima volta in Piemonte, accade che la stessa Asl che rilascia le autorizzazioni ed effettua i controlli igienico-sanitari tramite i servizi di igiene e veterinari, poi si preoccupi anche di valorizzare le produzioni stesse, quelle sicure e controllate.
Succede all’Asl To3, che la scorsa settimana ha presentato agli operatori del settore e alle amministrazioni locali una pubblicazione dal titolo «Guida ai caseifici d’alpeggio dell’Asl To3».
La pubblicazione è frutto di un lavoro congiunto, essendo stata curata direttamente dal Direttore Generale dell’Asl Flavio Boraso e dai direttori delle aree veterinarie di riferimento dr. Dario Ariello e dr. Stefano Gatto.
Nella prefazione Boraso riporta le motivazioni che hanno indotto l’Asl To3 a realizzare l’iniziativa; ne riportiamo alcuni passi: «Nell’immaginario collettivo, l’Asl si occupa di ospedali, di garantire il funzionamento degli ambulatori territoriali, dei farmaci, o di altre questioni sanitarie e amministrative vicine alla pratica quotidiana.
I più, invece, ignorano l’azione fondamentale dei servizi della prevenzione, in particolare di quelli rivolti alla sicurezza alimentare.
Se oggi in Piemonte si possono consumare prodotti sicuri, oltre che di ottima qualità, lo si deve anche alla politica Regionale che molto ha investito in questi anni nella tutela del consumatore e ai tecnici, medici e veterinari dei servizi pubblici, che operano nel nostro interesse, nell’interesse della nostra salute».
L’Asl include, tra le altre, le valli Susa, Sangone, Germanasca, Pellice e Chisone; ha un territorio prevalentemente montano sul quale sono presenti tanti piccoli e coraggiosi allevatori, che ancora oggi praticano la millenaria tradizione della transumanza; il nostro territorio conta quasi trecento siti di alpeggio in altura, settanta piccoli caseifici montani controllati dall’Asl… una delle realtà più importanti nella Regione Piemonte. Piemonte che conta ben 287 alpeggi (259 in cui caseifica) e Pinerolese che vanta ben 34 alpeggi autorizzati con la significativa punta di Bobbio pellice che conta ben 10 alpeggi.
La pubblicazione nelle pagine introduttive riporta informazioni dettagliate sulle attività d’alpeggio: da quelle storiche, alle specie e razze degli animali presenti, dallo stato di salute degli animali all’analisi delle produzioni casearie fino a spiegare il funzionamento del sistema dei controlli igienico sanitari.
Ne deriva un quadro del tutto rassicurante per i consumatori, una situazione oggi ottimale grazie all’intenso e serio lavoro fatto nel corso degli anni con i produttori locali. Seguono poi le schede informative su ogni singolo caseificio d’alpeggio nel quale vengono riportate le caratteristiche dell’alpeggio stesso, come raggiungerlo (possibilmente a piedi), le specie allevate e le produzioni casearie, i recapiti dei produttori.
Il volume verrà ora diffuso in forma digitale (disponibile gratuitamente sul sito dell’Asl); successivamente in forma cartacea, costituirà punto di riferimento per tutti coloro che frequenteranno le nostre montagne e gli alpeggi presenti alla ricerca di prodotti sani, genuini e controllati.