Lydie Lantaret: una vita in missione
19 giugno 2017
Scoperta la targa che ricorda la vita, da Luserna San Giovanni alla Scozia, Isole Samoa, Australia
Da venerdì 16 giugno è possibile trovare in località Lantaret a Luserna San Giovanni una nuova targa, posta dal Comitato per i luoghi storici valdesi a ricordo di Caterina Lydie Lantaret, prima missionaria valdese alle isole Samoa. I Lantaret si raggiungono partendo dall’osservatorio astronomico di Luserna San Giovanni dopo una breve passeggiata di cinque minuti su strada pianeggiante e devono il loro nome proprio alla famiglia che lì abitava.
Quella di Lydie Lantaret è una storia affascinante e ricca di avventure, che ha portato la missionaria a viaggiare per il mondo per testimoniare la sua fede e per fare evangelizzazione, come hanno spiegato ai presenti all’inaugurazione della targa le discendenti della missionaria.
Lantaret nasce nel 1836, nella cascina «Materia», nel quartiere dei Lantaret superiori.
Ha 5 anni quando muore la madre. Frequenta la scuola dei Gonin, più tardi l’ecole des filies (forse ai Nazzarotti) e nel ‘48 partecipa con entusiasmo alle feste per l’editto di Carlo Alberto che sancisce la libertà civile dei valdesi.
A 14 anni è iscritta al «Pensionnat» di Torre Pellice. Dopo un anno deve abbandonare gli studi per ragioni di salute.
Nel 1856 muore il padre. Lydie che ha 20 anni parte per l’Inghilterra dove è assunta, a Glasgow, come istitutrice in una scuola femminile e dove trascorre una decina danni.
Nel frattempo, in Scozia è arrivato, dalle Isole Samoa, un missionario (1869), Henry Nisbet, per lavorare alla revisione delle bozze di una traduzione della Bibbia. È a Glasgow che incontra Lydie con la quale si fidanza l’anno dopo.
Per aver letto il libro del missionario Turner, Lydie è già a conoscenza dell’attività missionaria nelle Isole della Polinesia e aveva già caldeggiato il desiderio di partire come missionaria.
Dopo il matrimonio, al quale è presente anche il fratello di Lydie, Pietro, allora moderatore della Chiesa valdese, i due s’imbarcano su un veliero che giunge ad Apia, capitale delle isole Samoa, dopo un lungo e difficile viaggio durato cinque mesi.
Henry riprende subito il suo lavoro di evangelizzazione e, con Lydie, si sposta da un’isola all’altra in barca. Nasce Margherita, la loro primogenita e la salute di Lydie ne risente moltissimo. È colta da febbri reumatiche, tosse, dolori fortissimi a una gamba. Quando ne guarisce, segue Henry in un lungo giro di evangelizzazione nel Queensland, a nord dell’Australia. Fanno ritorno a casa solo un anno dopo (1873). Nel 1874 nasce James. Lydie ha ormai dimestichezza con la lingua ed evangelizza delle donne, un’ottantina. Seguono due anni di serenità e felicità per Lydie e Henry. È un lungo tempo di benedizioni e ne scrive alla nipote in questi termini: «Il nostro Padre celeste è stato buono con me. Gli avevo chiesto di poterlo servire nel campo delle missioni. Egli ha esaudito la mia preghiera e vi ha aggiunto le benedizioni di una famiglia felice in questo paese pieno di sole». Sei giorni dopo, Henry si ammala gravemente e muore il 9 maggio 1876. Dopo 6 anni di matrimonio, Lydie a soli 40 anni, è vedova con due bambini.
Lydie decide di tornare alle Valli. Arriva a Pomaretto in tempo per dare alla luce il suo terzo figlio che muore quasi subito. Lydie muore poco dopo e la sua tomba si trova nel cimitero di Pomaretto e da venerdì una targa ne ricorda la vita a Luserna San Giovanni, da dove partì verso il mondo.