Firmata a Oslo la "Carta per la libertà religiosa e di credo"
10 novembre 2014
Il presidente Fcei Aquilante: "Gli apprezzabili sforzi a livello internazionale rendono ancora più urgente una legge sulla libertà religiosa in Italia che superi le norme di epoca fascista sui 'culti ammessi'"
«I diritti di chi crede, di chi crede diversamente dalla maggioranza e di chi non crede, sono diritti inderogabili e incoercibili. La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che da anni si batte a favore di una legge sulla libertà religiosa nel nostro paese, non può che guardare con molto interesse a quanto avvenuto ad Oslo sabato scorso». Lo ha dichiarato all'Agenzia stampa Nev il pastore metodista Massimo Aquilante, presidente della Fcei, a seguito del lancio della «Carta per la libertà religiosa e di credo» avvenuto l'8 novembre presso il Centro Nobel per la Pace della capitale norvegese.
L'iniziativa, promossa dalla «Coalizione internazionale di parlamentari impegnati a favore della libertà religiosa», ha visto la partecipazione di una trentina di deputati di diverse fedi e paesi - tra cui Brasile, Birmania, Canada, Germania, Nepal, Norvegia, Regno Unito, Sudafrica, Tanzania, Turchia, Uruguay. Per l'Italia erano presenti l'europarlamentare Marina Berlinghieri e l'on. Ernesto Preziosi. Al centro la preoccupazione per l'aumento a livello globale delle persecuzioni a sfondo religioso e l'impegno a promuovere ovunque nel mondo la piena applicazione dell'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che recita: «Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.»
Presente a Oslo per l'occasione anche lo Special Rapporteur delle Nazioni Unite per la libertà religiosa Heiner Bielefeldt.
«La Fcei - ha aggiunto il pastore Aquilante - crede fermamente che la libertà religiosa e il rispetto di tutte le fedi e di chi non crede siano alla base di una società pacifica e civile, e sottolinea la stretta connessione tra libertà di pensiero, di coscienza e di religione nel quadro di una chiara laicità dello Stato. Di fronte agli sforzi più che apprezzabili che si fanno a livello internazionale poniamo, come espressione di alcune minoranze cristiane di questo paese, il problema di una tutela ancora insufficiente per milioni di persone a casa nostra. L'urgenza di una legge che tenga conto della pluralità di presenze religiose nella nostra società e superi una volta per tutte le vetuste norme sui 'culti ammessi' di epoca fascista si manifesta in tutta la sua evidenza».