La «regola dei due bambini» è diventata legge. Dallo scorso 6 aprile le famiglie britanniche riceveranno sgravi fiscali solo per i primi due figli, mentre non sarà riconosciuto alcun beneficio per il terzo e i successivi. Una misura pensata nel 2015 dall’allora governo Cameron - e confermata dall’attuale gabinetto May - nella cornice di pesanti tagli alla spesa sociale, ma anche intesa a scoraggiare la formazione di famiglie numerose tra gli starti più poveri della popolazione.
«La ‘regola dei due bambini’ è una pugnalata alla rete di sicurezza sociale del nostro Paese», ha dichiarato Rachel Lampard, vice presidente della Conferenza metodista britannica, rendendo chiaro che il provvedimento vede non solo l’opposizione ma la dura condanna di molte voci cristiane. «Il governo ha creato una voragine nella quale rischiano di cadere centinaia di migliaia di bambini già in condizioni di vulnerabilità. Le conseguenze di questa legge segneranno questi bambini per tutta la vita».
Dello stesso tenore le dichiarazioni dei rappresentanti della Chiesa di Scozia, dell’Unione battista di Gran Bretagna e della Chiesa riformata unita (Urc) che, insieme alla Chiesa metodista, hanno dato vita al Gruppo di lavoro congiunto sulle questioni pubbliche (Jpit) attraverso cui parlano ad una sola voce.
Ciò che rende la legge maggiormente inaccettabile agli esponenti ecclesiastici - oltre ai numeri che, per l’effetto retroattivo del provvedimento (varrà non solo per i nuovi nati ma anche per le famiglie già costituite), vedono circa 2 milioni di bambini coinvolti di qui al 2020 – è il fatto che le stesse fonti governative indicano che il provvedimento non inciderà sulla diminuzione della natalità nelle famiglie più povere.
«Dovremmo essere inorriditi dal fatto che il governo deliberatamente ignori le necessità dei minori più poveri», fa notare Grace Pengelly, segretaria della Commissione chiesa e società dell’Urc. Inoltre, è pensiero comune delle quattro chiese cristiane che il Parlamento di Westminster debba mantenere fede al principio base del welfare britannico, secondo cui le famiglie più povere devono ricevere abbastanza per far fronte alle proprie necessità di base. Proprio su questo principio le quattro chiese già citate, insieme alla Chiesa episcopale scozzese e ai Quaccheri, hanno pubblicato un rapporto sulla povertà nelle famiglie della Gran Bretagna.