La Chiesa di Scozia prende posizione sul referendum per lasciare il Regno Unito
14 marzo 2017
Da sempre per il Remain, ora la sfida dell’indipendenza pone nuove questioni
La Chiesa di Scozia, la Kirk, prende immediata posizione in seguito all’annuncio dato ieri dalla prima ministra Nicola Sturgeon di voler fissare un referendum al fine di richiedere l’indipendenza scozzese dal Regno Unito, perché la Scozia e i suoi cittadini non hanno nessuna intenzione di lasciare l’Unione Europea secondo i voti espressi per il Remain e non per il Leave alla consultazione del giugno scorso.
Il reverendo Richard Frazer, coordinatore del Consiglio su chiesa e società della Kirk, in un comunicato ufficiale ha ricordato come «La Chiesa di Scozia abbia tenuto un atteggiamento neutrale nei confronti dei propri membri riguardo la Brexit perché non è compito di un’istituzione religiosa scendere nel dibattito politico. Abbiamo invece incoraggiato il dibattito, invitando rappresentanti di entrambi gli schieramenti, consultando le comunità, incoraggiando le discussioni. Una neutralità attiva insomma. Ora, in occasione delle dichiarazioni della prima ministra Sturgeon sappiamo che la parola finale sulla possibilità di indire il referendum spetterà al parlamento del Regno Unito, e ci auguriamo che non venga negata al popolo la possibilità di epsrimersi su una questione così rilevante».
Il referendum del 2016 ha detto chiaramente che i cittadini scozzesi hanno voglia di Europa e come prosegue Frazer «la Kirk ha avvalorato tale tesi, ritenendola la migliore possibile, posizione che ribadiamo da almeno 20 anni. Il tema ora della possibile indipendenza scozzese dal resto del Regno Unito è assai delicato, con legittime preoccupazioni su ogni fronte. Ma ciò non è sinonimo di conflitto e astio. La Chiesa di Scozia contribuirà al dibattito in modo creativo e inclusivo perché ogni posizione va analizzata con impegno e onestà. Mentre continuiamo a cimentarci in sfide così importanti è importante che continuiamo a farlo con grazia e garantendo la pluralità di voci, sempre senza mai scadere nell’insulto, nella derisione o in altro di ancor peggior. Atteggiamenti che nulla hanno a che fare con lo spirito che deve alimentare le scelte del popolo scozzese».
I presbiteriani scozzesi avevano già mostrato il malumore per l’esito della Brexit immediatamente dopo il voto attraverso le parole del moderatore Russell Barr che aveva commentato: «Non è questo il risultato che la Chiesa di Scozia aveva sperato» in sintonia con la larga maggioranza del popolo scozzese.