Chiesa luterana in Italia: «Felici per Zaki, ora giustizia per Regeni
21 luglio 2023
La mobilitazione internazionale che ha portato alla liberazione di Patrick Zaki testimonia che il principio di solidarietà ha una grande forza capace di cambiare i destini del mondo, a partire proprio da coloro che soffrono
La Chiesa Evangelica Luterana in Italia (Celi), si rallegra per la liberazione di Patrick Zaki. Arrestato al Cairo il 7 febbraio 2020, Zaki era detenuto da ben 1259 giorni, ovvero più di tre anni e cinque mesi.
«Una vicenda che, pur conclusa nella liberazione, non può farci dimenticare le persone tutt’ora perseguitate - si legge nel comunicato della Celi - . Private della libertà e talvolta anche della vita, per il loro impegno in favore dei diritti umani.
Talvolta anche in contesti di legalità formali, ancora oggi, è possibile piegare il diritto per farne strumento di oppressione, violenza o brutale violazione dei diritti umani.
Lo spirito del Vangelo di Luca ci spinge per questo ad annunciare la liberazione ai prigionieri la libertà agli oppressi.
Un annuncio che, per il luterani italiani, significa impegno cristiano verso coloro che soffrono: vittime di ingiustizie, soprusi ovvero del ricorso alla lettera della legge per discriminare, escludere, tormentare.
La mobilitazione internazionale che ha portato oggi alla liberazione di Patrick Zaki testimonia che il principio di solidarietà ha una grande forza capace di cambiare i destini del mondo, a partire proprio da coloro che soffrono.
Siamo persuasi che questo spirito e impegno condiviso, in favore dei diritti e della libertà nei contesti e società dove questi sono negati, non può farci dimenticare quanto, anche nelle nostre il cammino sia lungo e mai definitivamente compiuto.
È perciò necessaria una rinnovata e attiva vigilanza perché mai possiamo sentirci al riparo da spinte che vorrebbero riportare indietro le lancette della storia, fino ad un nuovo tempo di negazione, discriminazione, oppressione.
Come luterani ci sentiamo profondamente interrogati da questa e da altre vicende. E non dimentichiamo che, ancora, attende giustizia l’omicidio di Giulio Regeni.
La sete di giustizia, che non deve essere mai confusa con necessità di vendetta, mentre gioisce per la libertà di Patrick, esorta tutte le persone di buona volontà a rinnovare il proprio impegno, accorato, perché vecchie e nuove complicità cadano. Perché la sorte di Giulio Regeni riceva dalla liberazione di Zaki un rinnovato impulso per la verità.
Questo speriamo, per questo preghiamo, con questa convinzione chiediamo al Governo italiano di adoperarsi perché nessuno venga dimenticato, perché la verità venga riaffermata».