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Il canto di lode a Dio

Un giorno una parola – commento a Salmo 150, 2

Ascolta la meditazione:

Ascolta "Un giorno una parola: 18 luglio" su Spreaker.


Lodatelo per le sue gesta, lodatelo secondo la sua somma grandezza
Salmo 150, 2

Le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue
Romani 1, 20


La lode è risposta alle “gesta”, le azioni potenti divine compiute nella creazione e in favore dell’umanità da salvare. Esse raccontano la storia di quanto Dio sia buono e che Egli è fedele al suo patto. La lode nasce dalla contemplazione della creazione e dal meditare sulle gesta compiute nella storia. La meditazione vede nelle opere compiute da Dio la traccia, l’impronta divina, c’è una parola che le stelle mute dicono se impariamo ad ascoltare i segni silenti della notte, e “riconosce il Signore” in esse; Adonai è il Creatore e il Conservatore del creato; si nutre della fede che legge nella storia le impronte che ha lasciato il fare e l’operare divino in favore degli uomini e delle donne attraverso la Chiesa, il suo strumento di salvezza inserito nella storia umana, perché dal nostro fallimento, dal peccato umano, possa sorgere una storia di salvezza. La lode è sempre una confessione della fede nel Dio creatore e salvatore, nel Dio della storia e nel Signore della Chiesa, e una proclamazione della speranza. La celebrazione anticipa dunque la speranza, è festa che pregusta la redenzione. Si celebra nel presente quel che sappiamo sarà il futuro: la redenzione.
Il canto di celebrazione ed acclamazione è legato al tempo che vive il testimone che lo crea e lo canta, che percepisce le parole nascoste nel creato e nella storia e le fa sue nel proprio canto di lode. Ma è anche legato a quel che celebra: la redenzione di Dio che ha una dimensione attuale, presente, percepita dalla fede, ma anche una dimensione futura percepita dalla speranza come redenzione completa. La caratteristica di questo Salmo finale e celebrativo è questa commistione di tempi e di sentimenti. La celebrazione è “già ma non ancora”, celebra la redenzione divina nella sua doppia dimensione temporale che coinvolge il nostro presente e soprattutto il nostro futuro, e invita l’intera creazione, tutto ciò che respira, a lodarlo con ogni strumento disponibile. Amen.

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