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Nel sonno scopriamo la presenza del Signore accanto a noi

A colloquio con Giampiero Comolli, autore del recente libro pubblicato dalla Claudiana

In un tempo di iper-attivismo, dove tutto si macina in fretta, Giampiero Comolli, scrittore, giornalista, membro impegnato della chiesa valdese di Milano e attuale presidente del Centro culturale protestante del capoluogo lombardo, scrive un libro sul sonno e sui sogni*, temi che “impongono” un altro ritmo, un’altra postura…

«Siamo distratti da mille sollecitazioni – mi racconta nel corso di una chiacchierata sul suo ultimo lavoro editoriale –, e il più delle volte agiamo fuori da noi stessi; poi però per chiunque, anche per chi è impegnatissimo, arriva sempre il momento in cui ci raccogliamo in noi stessi, ci corichiamo e chiudiamo gli occhi. Questo tempo è molto prezioso perché in esso possiamo riprendere consapevolezza di noi, riaccorgerci di chi siamo e dove ci troviamo. L’ingresso nel sonno è momento delicato di cui dovremmo prendere maggiore consapevolezza e cura. Quando si parla di sogni e sonno, la Bibbia dice una cosa fondamentale: in quel momento non sei solo e disarmato ma sei protetto dal Signore che sta accanto a te: “In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro” (Salmo 4, 8). In altri passi della Bibbia si dice anche che mentre noi dormiamo, Dio non dorme: esiste un operare del Signore che mantiene in vita il mondo e anche noi mentre dormiamo. Nel vangelo di Giovanni, a esempio, si dice che il seminatore getta il seme, poi va a dormire, e quando la mattina si alza, il seme è cresciuto durante la notte grazie alla cura di Dio (Mc. 4, 26-27)».

– Che le cose avvengano indipendentemente dalle nostre azioni è un’importante lezione per noi che siamo ossessionati dal voler avere un controllo assoluto sulle cose che facciamo…
«A questo proposito diversi testi dell’AT e del NT sottolineano che quando dormiamo Dio è all’opera per noi e per il suo Regno. Nel Salmo 127, 1-2, a esempio, si legge: “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il Signore non protegge la città, invano vegliano le guardie. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono”. La Scrittura ci dice di non darci troppo da fare perché ciò che conta è la consapevolezza dell’amore di Dio che ci dà delle cose in più senza che ce ne debbiamo preoccupare. Quest’idea è in sintonia con l’invitò di Gesù a non preoccuparci del domani (Mt. 6, 25-34), perché esso arriva dopo la notte, nella quale Dio c’è, è all’opera, e si prende cura di noi».

– Le Scritture insegnano anche che per dormire bene bisogna essere in pace con se stessi e con gli altri… la crescente insonnia di cui soffre spesso l’umanità, è perché si è dato troppo spazio all’ira e all’ingiustizia?
«Sicuramente! È nella notte che il rancore sobbolle, aumenta... In Efesini 4, 26 si dice: “il sole non tramonti sopra la vostra ira”, cioè smetti di essere adirato quando arriva la sera. Non è facile, certo, ma puoi sempre chiedere aiuto a Dio. Quando ci addormentiamo entriamo in una dimensione più grande, che include non solo il sonno ma anche il riposo. Riposare vuol dire non agire, ma anche avere il tempo per ripensare alle cose che sono state fatte durante il giorno, contemplare la bellezza delle cose avvenute, e soprattutto significa sentirsi in pace: non c’è riposo se uno è in tensione. Qui il modello è Dio stesso che il settimo giorno, dopo aver compiuto l’opera della creazione, si è riposato, contemplandone la bellezza. Il giorno di riposo diventa modello anche per il riposo notturno nel quale entriamo. Di solito, ci buttiamo sul letto, chiudiamo gli occhi e entriamo – se va bene – in uno stato di catalessi immediata, oppure cominciamo a rigirarci malamente nel letto. La Bibbia ci dice che c’è un modo diverso per vivere il riposo notturno».

– Nel libro si affronta anche il tema dei sogni, attraverso cui Dio parla ai suoi profeti. Mi chiedo: Dio può parlare anche a noi attraverso i sogni? E se fosse solo una nostra autoillusione?
«La Bibbia ci avverte di non dare troppa importanza ai sogni e di credere alla parola di Dio. Però Dio si può manifestare anche nei sogni. Se ripercorriamo i racconti biblici in cui Dio si è manifestato in sogno, vediamo che essi hanno due caratteristiche che li rendono riconoscibili: prima di tutto sono chiari, non enigmatici, cioè la volontà di Dio si manifesta in modo chiaro, come nel sogno della scala di Giacobbe in cui si sottolinea una comunicazione diretta tra cielo e terra. La seconda caratteristica è l’intensità: sono sogni in cui ci si accorge che c’è una forza indiscutibile, come nel Vangelo di Matteo quando Giuseppe, che è in dubbio se prendere in sposa Maria che è incinta, riceve un sogno forte, nel quale c’è una parola che indica ciò che è giusto fare. Posto che per noi è la Scrittura il luogo privilegiato in cui c’è la Parola di Dio, può capitare anche a noi di fare un sogno illuminante che ci chiarisce qualche dilemma nella nostra vita, che ci spinge a fare qualcosa… chi lo sa, magari si è trattato di un sogno inviato dallo Spirito Dio. Però non lo possiamo pretendere».

– Ha già in mente un prossimo libro?
«Ci sono altri lavori a cui sto pensando, ma in questo momento sono ancora dentro l’aura di questo piccolo testo. A breve ci saranno diversi appuntamenti in cui avrò il piacere di presentarlo: spero che tanti e tanti si lascino incuriosire da questa dimensione così importante del nostro vivere».

Il 4 agosto, Comolli sarà a Pralibro a presentare il suo libro.

* G. Comolli, Bibbia e sogno. Sonno e mondo onirico tra Antico e Nuovo Testamento, collana Spiritualità. Torino, Claudiana, 2023, pp. 168, euro 14,90.

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