Dio accoglie nella sua gioia chi si ravvede
12 giugno 2023
Un giorno una parola – commento a Luca 15, 7
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Vedi la mia afflizione e il mio affanno, e perdona tutti i miei peccati
Salmo 25, 18
Io vi dico che così vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di ravvedimento
Luca 15, 7
Secondo il Talmud, ogni generazione conosce 36 uomini giusti dalla cui condotta dipende il destino dell’umanità. Sono uomini umili e capaci di servire la volontà di Dio per rendere produttivo il futuro del mondo. Anche il nostro testo biblico parla di giusti, ben 99. Come non saltare di gioia sapendo che proprio nel nostro mondo, nonostante tragedie, violenze e guerre, sono in azione i giusti del Signore! Costoro veramente salveranno il mondo dalla distruzione.
Eppure, tutti questi 99 giusti non hanno la capacità di rallegrare il Signore. Egli accetta il ravvedimento del singolo peccatore invece dell’opera dei giusti. Perché?
Chi è il peccatore e che importanza può avere il suo ravvedimento a confronto della presenza dei giusti?
La parola chiave del nostro brano è “gioia”! Il Signore vuole essere rallegrato, vuole cantare e ballare di gioia, vuole che il mondo intero si unisca a Lui nel tempo della gioia. Ma la gioia è bloccata dalla presenza dei peccatori. Si tratta di quelle persone che agiscono al di fuori della volontà di Dio. Non sono malvagi, anzi sono gente per bene, ma per costoro Dio è assente. Dio non si rallegra di tale situazione!
Dio li vuole presenti ad un festino di nozze, e loro preferiscono altro; Dio li vuole guidare in un sentiero di giustizia, e loro seguono l’andazzo di questo mondo (cit. Efesini 2, 2).
Ora, però, è giunto in costoro il ravvedimento che nel testo non è descritto, ma affermato. È sufficiente che uno solo di questi peccatori si ravveda, ed ecco che il Signore lo accoglie nella sua gioia senza chiedere nulla. Il Signore gli dona un futuro di vera allegrezza. La gioia è legata non al giusto, ma a chi si ravvede!