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Guardia Piemontese guarda lontano

Si è svolto nel Comune calabrese, dal 4 al 6 giugno, il Festival delle Riforme culturali

Affacciata sul litorale tirrenico cosentino, Guardia Piemontese – antico insediamento valdese brutalmente cancellato a metà del Cinquecento – guarda lontano. Organizzata dal Centro culturale “Giovan Luigi Pascale”, alla quinta edizione del Festival della Riforme culturali svoltasi dal 4 al 6 giugno, hanno partecipato numerosi istituti di ricerca e associazioni culturali italiani ed esteri che, insieme al finanziamento otto per mille della Chiesa valdese, hanno contribuito alla sua realizzazione.

Il tema di questa edizione è stato «Diversità linguistica e diversità culturale: risorse per un mondo sostenibile?». A partire dal parallelo fra il rischio di perdita della biodiversità e l’impoverimento culturale che deriva dalla cancellazione o dalla scomparsa delle lingue e delle società minoritarie, la discussione ha affrontato in senso più generale il tema di un possibile rovesciamento di un paradigma economico che non accetta la pluralità e stravolge modelli sociali che perseguono l’equilibrio fra ambiente naturale, sviluppo economico e eredità culturale. In particolare, sulla critica delle Chiese cristiane nei confronti del problema sociale economico e ambientale si è svolto un interessante dialogo fra il pastore valdese Jens Hansen e il parroco di Guardia Piemontese, Ernesto Piraino, che hanno analizzato due documenti programmatici quali la Dichiarazione di Accra e l’enciclica Laudato si’, e proseguirà anche nella prossima edizione. Di fronte a questa crisi multipla, il Festival si è domandato se alcuni correttivi – o almeno segnali di inversione di tendenza – possano giungere proprio dall’osservazione e dalla valorizzazione dalle lingue-culture tradizionali.

In questi anni il Centro culturale “Pascale” ha attivato e rafforzato legami con centri di ricerca e associazioni che promuovono progetti di riscatto delle “periferie” linguistiche e culturali e ha raggiunto quest’anno un momento di maturazione in occasione del ventennale dell’adozione da parte dell’Unesco della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Segnali di speranza sono emersi dalla discussione di progetti realizzati, fra gli altri, dall’Associazione Lem Italia (Lingue d’Europa e del Mediterraneo), dalla rete di ricerca sulle francofonie Francophonéa, dalla Fondazione Centro culturale valdese, dalle scuole associative per l’insegnamento dell’occitano in territorio francese e dai progetti didattici in corso a Guardia Piemontese.

A uno sguardo ampio, volto a comprendere esperienze su scala europea e mediterranea, l’incontro ha incrociato anche uno sguardo più ravvicinato alla realtà locale, finalizzato alla creazione di una rete che includa le comunità dell’area cosentina. Dalla collaborazione con associazioni e Comuni intorno a Guardia Piemontese si sono sviluppati e stanno nascendo progetti volti a valorizzare le specificità locali, anche allo scopo di dare vita a forme di ricaduta economica per il territorio. In funzione di questo obiettivo si muovono anche la conoscenza della storia e l’attualità della presenza valdese (rievocata in forma assai originale durante lo spettacolo teatrale dal titolo Rosso Ultramontano), la collaborazione con le chiese locali, la promozione di nuovi sentieri alla scoperta del patrimonio ambientale della montagna calabrese, la rivitalizzazione dei lavori tradizionali e in particolare delle tecniche di tessitura per la realizzazione dell’abito guardiolo.

Quest’ultima attività, insieme al valore storico ed etnografico, ha svolto in questi anni, dopo la riapertura del Centro culturale nel 2011 e la direzione da parte di un affiatato gruppo di volontari, un ruolo fondamentale nella creazione di uno spazio di aggregazione sociale per la comunità civile del piccolo borgo calabrese.
Una visione europea associata a un’azione locale fanno di questo Festival una realtà ormai consolidata dove discutere, in modo costruttivo e non solo teorico, di temi di grande rilevanza.

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