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Le scelte di Dio

Un giorno una parola – commento a Michea 5, 1

Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni
Michea 5, 1

Grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria
I Timoteo 3, 16


Sembra proprio che al Signore piaccia stupirci, magari attraverso scelte per noi poco comprensibili che, come quel “treno dei desideri di Adriano Celentano”, vanno giusto all’incontrario delle convenzioni umane.
La testimonianza del profeta Michea ci porta proprio in quella direzione e tutte le Scritture concordano in tal senso: il popolo eletto, Israele, è un piccolo popolo prigioniero dei potenti; Davide è il più piccolo tra i suoi fratelli e pure, dopo aver abbattuto il gigante Golia, sarà il più grande tra i re di Israele.
Allo stesso modo, il Dio incarnato in Cristo sceglie di nascere povero tra povera gente (i pastori), di crescere ai margini (in Galilea), di morire ignominiosamente sul legno della croce

Come mai tutto ciò? Perché il Padre, i cui pensieri sono ben più alti dei nostri (v. Isaia 55, 8), ha voluto che la storia della salvezza passasse attraverso i minimi, perché la misericordia di Dio non ha riguardi per alcuno, perché la misericordia di Dio mette in evidenza, esalta il primato della grazia.
Se Dio avesse guardato all’uomo e alle sue “grandezze”, la grazia non sarebbe giunta fino a noi. La giustizia di Dio è giusta perché Egli “Non fa conto del vigore del cavallo e non apprezza l’agile corsa dell’uomo”, di conseguenza, il Signore “Ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti” (1 Corinzi 1, 27): ecco la grazia che sopravanza sui meriti; ecco perché una adolescente “di basso rango”, lodava il Signore per aver “aver guardato alla bassezza della sua serva” (Luca 1, 48).

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