
Il rumore delle bombe
22 maggio 2023
Ieri al Salone Internazionale del libro di Torino si è parlato di Strategia della tensione con interventi mirati e l’uscita di un libro. L’evento in collaborazione con Riforma-Eco delle valli valdesi
«La memoria della Strategia della tensione, delle stragi impunite e dei loro traumi, attraverso letture, interazioni, contributi multimediali. Le conseguenze oggi delle trame oscure di allora», questo è Sotto i fanali, l’oscurità, un progetto dedicato a quella stagione di bombe e segreti, verità inconfessabili e complicità di altissimo livello che è stato presentato ieri sera a Torino in occasione del trentacinquesimo Salone internazionale del libro di Torino presso lo stand della Città di Torino davanti a un pubblico interessato e attento. Un dibattito, dedicato alle stragi ancora impunite e alla ricerca di verità, fortemente voluto da Daniele Valle, presidente di Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte e che già in passato ha ospitato incontri e dibattiti promossi dall’Associazione Terra Terra, presieduta da Elena Ruzza, che promuove appunto il progetto «Sotto i fanali, l’oscurità», realizzato in collaborazione con il settimanale Riforma-Eco delle valli valdesi.
Un incontro intenso quello di ieri che ha visto nel messaggio di Manlio Milani, presidente dell’Associazione parenti delle vittime di Piazza Della Loggia, il momento più toccante: «Il miglior segreto di Stato è il tempo – ha ricordato ai presenti –, oramai ne sono convinto. L’invecchiamento e la morte dei protagonisti di quel momento storico, da una parte e dall’altra della barricata, rendono sempre più arduo il raggiungimento di una verità complessiva. Muore chi detiene i segreti e muoiono coloro che continuano a chiederne svelamento», ha chiosato Milani. Concetto, contenuto anche nel libro corale appena dato alle stampe Il rumore delle bombe (Volturnia edizioni) di Manlio Milani, Claudio Geymonat e Stefania Barzon.
«Con Strategia della tensione – ha ricordato Davide Rigallo, storico e d esperto in materia incalzato da Gian Mario Gillio di Riforma-Eco delle valli valdesi – s’intende un preciso segmento della storia italiana che si sviluppa tra il 1965 e il 1975, con propaggini sino ai primi anni ‘80. Questo periodo si caratterizza per la progressiva affermazione dell’uso della violenza nella lotta politica e per la concomitante formazione di organizzazioni armate eversive di diversa matrice ideologica (su fronti opposti: neofascista e comunista combattente). In questi quindici anni, l’Italia diventa teatro delle stragi più efferate dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, nonché di una sequenza diffusa di attentati, sequestri, scontri violenti. Tutti questi atti vengono compiuti in un clima di tensione crescente, secondo un sistema di provocazioni, reazioni e paure utilizzate strumentalmente per obiettivi che non appaiono immediatamente comprensibili. Ancora oggi, a oltre cinquant’anni di distanza, permangono nebbie e interrogativi sulle responsabilità e sulle reali motivazioni all’origine di quei fatti».
Tuttavia, «Documentazioni emerse a partire dagli anni Novanta – ha proseguito il coordinatore di Riforma.it, Claudio Geymonat – del secolo scorso, individuano una funzione più sfuggente e profonda della strategia della tensione. Essa sarebbe stata concepita come la condizione preliminare necessaria per sferrare un attacco all’assetto democratico e costituzionale italiano voluto da forze interne agli stessi apparati dello Stato mediante il concorso di formazioni eversive d’ispirazione neofascista. In questo piano, la creazione della tensione sociale costituisce l’innesco di quest’attacco il quale avrebbe poi assunto forme criminose differenti: la guerra psicologica e il condizionamento sociale; la strage (Piazza Fontana, Gioia Tauro, via Fatebenefratelli, Italicus e Piazza della Loggia); il colpo di stato fallito (golpe Borghese); la cospirazione strisciante (“Rosa dei Venti”); l’involuzione autoritaria attraverso riforme progressive dell’assetto legislativo e costituzionale».
Daniele Valle ha ricordato quanto, «le nostalgie, i revisionismi, e ancora i desideri di riscrivere la storia stiano inquinando ancora oggi e in modo determinante e pesante il dibattito».
In occasione del 49° anniversario della Strage di Piazza della Loggia avvenuta a Brescia del 28 maggio 1974, l’attrice teatrale Elena Ruzza, i giornalisti Claudio Geymonat e Gian Mario Gillio, l’analista politico Davide Rigallo e la psicologa Stefania Barzon proporranno, sabato 27 maggio alle 18 presso il Centro Sereno Regis di Torino (via Garibaldi 13), un percorso fra memoria e ripercussioni sull’oggi, con un approccio innovativo che mescola ricostruzione storica e messa in scena teatrale, analisi dei fatti e ripercussioni psicologiche di eventi tanto traumatici.
Tra l’altro sarà proiettato un intervento video di Giuseppe Giulietti, già presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e attuale coordinatore nazionale dei circoli dell’associazione Articolo 21 liberi di….
Come ricordare? Come elaborare violenze private e collettive? Quali parole usare per raccontare il male di ieri e quello di oggi?
L’evento è organizzato dall’Associazione culturale Terra Terra, il Centro Studi Sereno Regis, l’associazione “Articolo 21, liberi di…”, Riforma.it e “Zonafranca – Spazi interculturali Onlus”.