Pastora Lio: la libertà è concreta se riguarda tutte le donne
24 marzo 2023
Apre oggi il congresso della Federazione delle donne evangeliche in Italia. La presidente Gabriela Lio conclude il suo mandato
Al via oggi 24 marzo il XIII Congresso della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei), qui di seguito l'intervista alla presidente uscente, la pastora battista Gabriela Lio.
Un bilancio di questi 4 anni di lavoro e di presidenza: dai dossier alle campagne, dalla formazione agli approfondimenti su prostituzione e lotta alla violenza, dagli incontri sulle donne nelle religioni e nella chiesa alle numerose collaborazioni in tutta Italia con realtà territoriali. Quali sono stati secondo lei i momenti più significativi?
«I momenti più significativi nascono a partire dell’impegno assunto dalla Fdei con l’aggiunta, nel suo Statuto, di un articolo che impegna a lavorare “con continuità sul tema della violenza di genere”. Il primo è stato l’adesione alla campagna mondiale del “giovedì in nero” promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) a sostegno del movimento globale che si oppone a tutte le forme di violenza e ingiustizia, offrendo alle chiese locandine e spille per promuovere la campagna localmente. Questo perché a noi interessa che i fratelli e le sorelle delle nostre chiese d’appartenenza possano trovare nella Fdei appoggio e stimolo per una riflessione comune non solo sul tema della violenza di genere, ma anche del ruolo delle donne nella chiesa e nella società. Per questo continuiamo a pubblicare i nostri Notiziari Fdei, non solo come collegamento fra le donne federate, ma anche come informazione sul nostro impegno e sulle iniziative della Fdei e dei diversi movimenti che lo compongono. Lo stesso vale per il Dossier per i 16 giorni per l’eliminazione della violenza sulle donne, pensato quale raccolta di materiale utili per la riflessione, la preghiera e il dibattito su questi temi nelle chiese.
Sono tanti i momenti significativi, perché ogni incontro arricchisce, sia online o in presenza, perché ci siamo confrontate tra noi, ma anche con donne cristiane, donne di altre religioni e con le associazioni di donne impegnate in diversi fronti.
Certo, la pandemia ci ha fatto fermare, ci siamo dovute adattare, ma non ci siamo scoraggiate. Bensì abbiamo pensato di poter essere vicine fra noi in un momento così difficile e siamo riuscite a portare anche momenti di riflessione e dibattito sul futuro.
Il progetto “Ricominciamo da te”, per fare un altro esempio, ci ha aiutato a ritornare nelle chiese, ci ha dato l’opportunità di abbracciarci e di ripartire nel tentativo di attivare le donne e sempre più i uomini verso la comprensione dei fondamenti della disuguaglianza di genere. È stato un progetto importante, dove il lavoro di rete fra di noi e con il territorio ha permesso il coinvolgimento di molte persone».
Domenica lei passerà il testimone a una nuova presidente. Quale messaggio si sente di voler condividere per il presente e il futuro della Fdei?
«Il messaggio che il Comitato nazionale Fdei uscente vuole condividere è racchiuso nel testo biblico scelto per il nostro Congresso: “Dov’è lo Spirito di Dio, lì c’è libertà”. E anche il sottotitolo, che insieme a Dorothee Sölle afferma “Dov’è lo Spirito cresce la liberazione, crescono anche il desiderio combattivo di liberazione e l’esperienza di una maggiore concretezza di libertà”. Continuare ad essere tutte testimoni della ruah/pneuma, in mezzo alle difficoltà della vita. Lasciare che la “spirita”/ruah [il termine in ebraico è femminile, ndr] definisca la nostra vita, determini i nostri rapporti reciproci per essere respiro, brezza soave, vento, coraggio. Far crescere la liberazione fino a quando la libertà non sarà raggiunta dalle altre e da noi stesse; fino a quando non saremo libere dalle armi, libere dalle violenze; dalla discriminazione, dal razzismo, da un lavoro alienante. Dobbiamo crescere “nell’esperienza di una maggiore concretezza di libertà” perché il mondo desidera la libertà/liberazione in senso profondo e non può essere solo nutrito di parole di libertà. La spirita/ruah motiva la nostra lotta per i diritti e incoraggia i nostri sforzi per rispondere alla chiamata al servizio, promuove la vita e crea comunità solidali, in una rete di relazioni con altre sorelle, amiche, compagne di intenti».
Quali sono state le criticità nel suo mandato, e quali soluzioni è riuscita a mettere in campo?
«La maggiore criticità durante il mandato è stata durante il tempo di confinamento, a causa della pandemia Covid 19. Con il Comitato nazionale ci siamo riunite online diverse volte, insieme alle responsabili e presidenti dei gruppi femminili denominazionali, per riflettere sulla delicata situazione. Abbiamo condiviso con gli esecutivi delle nostre chiese, con alcuni Ministri italiani, con le responsabili locali dei movimenti le nostre preoccupazioni – potrei dire fra le lacrime – e le nostre riflessioni, consapevoli di quanto la pandemia abbia aggravato le disuguaglianze per le donne a livello sociale, abbattendosi in maniera più pesante sulla loro vita. E abbiamo deciso insieme di impegnarci per un cambiamento di paradigma necessario.
Abbiamo vissuto un momento difficile anche quando dovevamo mettere in atto le diverse mozioni del Congresso. Ad esempio, il Comitato è incaricato “di collaborare per creare nelle chiese evangeliche percorsi di formazione”. E non sapevamo quanto tempo sarebbe durato il confinamento. Tuttavia, abbiamo organizzato il primo corso di formazione biblico teologico a distanza: “Violenze e poteri – donne e bibbia” raggiungendo moltissime persone di diverse denominazioni evangeliche e cattoliche/ci, autoctoni e migranti. Persone che si sono iscritte dall’Italia, dall’Europa e dall’America Latina. Oltre le nostre aspettative!»
Quali sono stati, invece, i momenti più felici e di maggiore soddisfazione?
«Credo che per me, ma posso anche dire per Comitato Nazionale FDEI, i momenti più felici sono quelli nei quali siamo tutte coinvolte e insieme organizziamo incontri significativi per la vita e la testimonianza della Federazione.
Porteremo nel nostro cuore l’incontro organizzato online insieme all’ L’ Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (Oivd) con Edith Bruck – Ricordare per “Diseducare all’odio”; l’incontro insieme al Comitato della Giornata mondiale di preghiera (Gmp), con il Segretariato per le attività ecumeniche (Sae), con le Comunità di base, con le donne ortodosse e suore cattoliche, in occasione della Celebrazione ecumenica della GMP preparata dalle donne di Vanuatu. Questa esperienza ci ha aperto alla possibilità di iniziare a organizzare insieme diverse celebrazioni ecumeniche a Pentecoste, Natale e Pasqua.
Così come sono stati graditi gli inviti che abbiamo ricevuto a partecipare ad eventi già organizzati o da organizzare insieme. Penso alla nostra partecipazione alle iniziative del Centro interconfessionale per la pace (CIPAX), a quelle organizzate dal Coordinamento teologhe italiane (CTI). E la possibilità di erogare delle borse a 30 donne per partecipare al loro corso online. Poi, i diversi inviti ai convegni organizzati dal Centro studi sulla libertà di religione, credo e coscienza (LIREC). La nostra partecipazione al convegno “Coppie e religioni: uniti nella vita, diversi nella fede” organizzato dal gruppo Donne di Fede in Dialogo- Religions for Peace Italia, in collaborazione con la Commissione pari opportunità del Comune di Roma. E ancora, gli incontri online organizzati insieme all’OIVD sul tema della prostituzione, che poi scaturisce per noi in una riflessione da condividere con le chiese in occasione del 25 novembre.
Ci ha dato felicità l’essere state contattate nel 2021 da RvS, che ci ha offerto uno spazio in radio per un nostro programma Donne Fdei – Donne in rete. La stessa gioia abbiamo avuto quando il Centro Culturale protestante di Torre Pellice ha invitato la Fdei a organizzare insieme quattro incontri su “Storie al femminile”, in dialogo con Bruna Peyrot e Davide Rosso».