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Con la Sierra Leone e per L’Africa

Il 14 marzo a Milano, presso la sala della Libreria Claudiana si è tenuto l’incontro dedicato alla Sierra Leone nel corso del quale sono stati presentati i progetti e le attività promosse dalle organizzazioni Medici Senza Frontiere ed Emergency nel Paese africano

Il 14 marzo a Milano, presso la sala della Libreria Claudiana si è tenuto l’incontro dedicato alla Sierra Leone nel corso del quale sono stati presentati i progetti e le attività promosse dalle organizzazioni Medici Senza Frontiere ed Emergency nel Paese africano, con il sostegno dell’Otto per mille (Opm) dell’Unione delle chiese metodiste a valdesi. L’appuntamento era il primo di una serie, un ciclo di iniziative pensate per raccontare alcuni progetti sostenuti dall’Ottopermillevaldese (Unione delle chiese e metodiste e valdesi). L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio Otto per Mille della Tavola Valdese. L’Opm in questione, infatti, raggiunge più di 1500 progetti in Italia e all’estero grazie alle firme di oltre mezzo milione di contribuenti italiani con la quota dell’Irpef (imposta sul reddito, pari appunto all’8xmille), che un cittadino può scegliere di destinare allo Stato o ad una confessione religiosa dotata di Intesa con lo Stato italiano. «Tutte le quote di 8xmille dell’Irpef dei cittadini che non hanno espresso la preferenza, sono ripartite in modo proporzionale in base alle scelte espresse», ha ricordato in una sala gremita Manuela Vinay, responsabile dell’Ufficio Opm.

«Oggi raccontiamo uno spicchio di Africa – ha detto Vinay, incalzata da Riforma – Eco delle valli valdesi pochi istanti prima –. Molti raccontano il Continente focalizzando l’attenzione solo sul fenomeno migratorio. Invece, l’Africa è molto altro. Con i partner Emergency e Medici senza frontiere, abbiamo deciso di raccontare la Sierra Leone e quel che, in piccolo, abbiamo realizzato attraverso la nostra presenza e la nostra testimonianza».
Già, perché «Immigrazione, Libia e instabilità. Questa, nella maggior parte dei casi, è l’Africa trasmessa dalla televisione e dalle fiction, ed è sempre questa l’Africa di cui spesso parlano i social media italiani, mentre diminuiscono gli spazi che raccontano il volontariato», a dirlo è il rapporto «L’Africa MEDIAta» di Amref Health Africa-Italia. Una ricerca condotta dall’Osservatorio di Pavia, che ha scandagliato le televisioni, gli organi di stampa nazionali, i social media e le fiction televisive, i programmi di informazione delle reti generaliste, una mole enorme di notizie, di post Facebook, tweet e altri social media.

«È importante illuminare i singoli paesi africani – prosegue Vinay –. L’Africa è un Continente e che con i suoi 54 Stati vive situazioni diverse. Ogni paese presenta la sua peculiarità ed esprime le sue problematiche. Più siamo capaci di riconoscerle e di conoscerle entrando nella storia, nelle loro tradizioni, più riusciamo a comprendere le dinamiche attuali e a essere prossimi anche con le persone che si muovono da quel continente. La base di tutto, dunque, è la conoscenza. Chiaramente – prosegue Vinay –, nessuno pretende le prime pagine dei giornali, ma certamente chiediamo più attenzione al tema. Oggi siamo qui per raccontare alcuni piccoli passi realizzati dalle due associazioni con le quali collaboriamo e per ribadire la nostra testimonianza. Soprattutto mostreremo le buone pratiche, racconteremo molte storie andate a buon fine; storie che hanno bisogno di essere sostenute, valorizzate e di ricevere la nostra reciprocità. “Entrare” nei paesi africani non significa proporre soluzioni, bensì ascoltare, condividere, cercare nuove visioni per garantire l’indipendenza delle popolazioni che quel luogo lo abitano, lo vivono, lo respirano. Il nostro impegno è teso all’Empowerment delle donne e dei bambini, alla salvaguardia della dignità degli anziani, a favore dell’educazione. Cerchiamo di essere partecipi in un percorso di futuro e di riscatto».

Alla presentazione sono intervenuti Elda Baggio, vicepresidente di Medici Senza Frontiere, e Daniele Giacomini, direttore Area Emergenza e Sviluppo di Emergency. Il dibattito è stato poi arricchito dall’intervento del giornalista Massimo Alberizzi, storico inviato speciale de il Corriere della Sera in Africa e oggi direttore del periodico Africa ExPress.

Massimo Alberizzi ha ricordato quanto l’Africa sia ancora oggi sfruttata per le sue ricchezze naturali e quanto la sua povertà sia speculare alla ricchezza di chi ne sfrutta le matrie prime. Un ricordo particolare l’ha dedicato a una vecchia inchiesta da lui realizzata. Il tema: i diamanti. I blood diamonds (diamanti insanguinati) con otto anni di guerra civile conclusasi nel 1999 con un accordo tra le parti, «Le guerre – ha ricordato Alberizzi – non sono mai civili o etniche, sono sempre collegate all’accaparramento del potere per ottenere più denaro. Anche oggi, alla luce dei nuovi e sempre più vicini conflitti, il rame, il nichel, il palladio, l’alluminio, il litio, l’oro e il platino sono risorse che interessano. La loro conquista è perennemente in atto». Una settimana dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il nichel alla borsa di Londra toccò il +250 per cento, arrivando a 100 mila dollari a tonnellata.

Ecco il perché l’Africa è così importante per la geopolitica strategica. Una ricchezza, purtroppo, inversamente proporzionale alla qualità della vita di chi la abita e la vive, perché vi è nato.

«Nel 2022 il Centro chirurgico di Emergency a Goderich, Freetown – ha ricordato Daniele Giacomini - ha effettuato 18.470 visite ambulatoriali, per un totale di 1.607 ricoveri e 2.431 operazioni. Dal 2001 il nostro ospedale è un importante punto di riferimento per la traumatologia e la chirurgia d’urgenza nel paese; trattiamo gratuitamente pazienti che, a causa della difficile situazione economica e dell’alto costo delle cure, non vedrebbero altrimenti riconosciuto il proprio diritto alla salute e rischierebbero di perdere la vita». Ha poi mostrato un video straziante: «In Sierra Leone ogni anno centinaia di bambini scambiano la soda caustica (utilizzata per fabbricare il sapone in casa) per acqua, sale o zucchero, bevendola accidentalmente. Il liquido, inodore e trasparente, provoca ustioni anche molto gravi all’esofago e a tutto l’apparato digerente. Il nostro impegno in questo campo è molto attivo. Il Programma “Soda” ha la duplice finalità di curare le vittime e di sensibilizzare l’opinione pubblica. Unico in tutto il Paese, l’ospedale di Emergency è in grado di effettuare la procedura di dilatazione dell’esofago necessaria a permettere a questi bambini di continuare ad alimentarsi, o riprendere a farlo nei casi più gravi».

«La Sierra Leone – ha ricordato Elda Baggio - vicepresidente Msf Italia, è uno tra i paesi con il più alto tasso di mortalità materno infantile nel mondo: 78 bimbi muoiono alla nascita ogni 1000 nati vivi. In particolare, nel distretto di Kenema la mortalità dei bambini con meno di cinque anni è molto alta: tra le cause, malnutrizione, gastroenteriti acute e infezioni respiratorie. Con i progetti in Sierra Leone, Medici Senza Frontiere sostiene la popolazione locale, offrendo cure mediche per pazienti che necessitano di ricovero o gestiti nella comunità. Qui Msf ha costruito un ospedale con un focus pediatrico e materno-infantile, una struttura innovativa per il suo impatto ambientale e per la sua sostenibilità grazie a un sistema di pannelli solari. Ringraziamo la Chiesa Valdese e Metodista per il contributo a favore dei progetti di Msf in Sierra Leone, un aiuto concreto e fondamentale alla nostra azione medica». All’incontro, abilmente moderato dal collega Giorgio Vizioli, erano presenti Rossella Miccio, presidente di Emergency e Abdul Hassan presidente dell’Unione delle comunità africane d’Italia.

Per guardare l’incontro completo (registrato da Radio Radicale) clicca qui