Chiamate e chiamati a confessare un cammino
09 marzo 2023
Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 2, 7
Il Signore, il tuo Dio, è stato con te durante questi quarant’anni e non ti è mancato nulla
Deuteronomio 2, 7
Gesù chiese ai suoi discepoli: «Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa?». Esso risposero: «Niente»
Luca 22, 35
È tempo di bilanci per il popolo d’Israele quando Mosè pronuncia queste parole. Sono passati quarant’anni; anche se oggi non rappresentano una vita intera, ne sono comunque una parte non indifferente che contribuiscono a riempirla di significato. Sono stati quarant’anni di vagabondaggio in terre desolate nati come una punizione, ma divenuti un’occasione di crescita e di comprensione della propria vocazione da parte del popolo.
È tempo di bilanci e quando si fanno è corretto e opportuno non nascondersi niente, ma in questo caso le parole di Mosè non sembrano andare in questa direzione: non ti è mancato nulla? E la stabilità di un luogo in cui vivere, richiesta che ancora oggi per tanti uomini e tante donne rimane disperatamente attuale? E la possibilità di costruirsi il futuro con le proprie forze e secondo il proprio disegno? Come si fa a fare tutto questo in un deserto, sfamati solo da questa misteriosa manna, sballottati qua e là da una volontà esterna e incontrollabile?
Mosè in effetti non sta dicendo che la vita del popolo che Dio si è scelto, in questi anni è proceduta secondo la volontà del popolo stesso, secondo criteri umani che in fondo anche noi ci sentiremmo di sottoscrivere. Mosè non sta dicendo che essere credenti significa essere arrivati, come se Dio ci attendesse ad un qualche traguardo per trasformare la nostra esistenza in un perenne soggiorno in un resort di lusso. Al contrario, Mosè confessa che proprio nell’incertezza del cammino scopriamo la vicinanza del Signore. Dio è il Dio del cammino, il Signore di chi sa di essere in viaggio e confessa di aver bisogno di aiuto ogni giorno, quasi ad ogni passo.
Dio è il nostro Dio che accetta la provvisorietà del nostro camminare come singoli, come chiesa e come popolo; non ci attende più in là, nel luogo sicuro, semplicemente cammina con noi. E qui ed ora non ci fa mancare nulla, quello di cui abbiamo realmente bisogno.