Confidiamo nel Signore della vita
20 febbraio 2023
Un giorno una parola – commento a Giobbe 14, 1-2
L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni, ed è sazio d’affanni. Spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un’ombra, e non dura
SGiobbe 14, 1-2
Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura
Ebrei 13, 14
La tematica del trascorrere del tempo e delle emozioni passeggere della vita accompagna da sempre l’esistenza umana. Uno dei capisaldi della tradizione classica è appunto “La brevità della vita” di Seneca, e le parole del profeta Giobbe ci fanno comprendere quanto per la vita dell’uomo sia una nota dolente la fugacità del tempo, la brevità della vita.
Posto che la vita umana si svolge in un arco di tempo assai limitato, il credente come deve porsi? Manco a dirlo, la Bibbia è prodiga di consigli in merito, come ad esempio recita il Salmo 37: «Confida nel Signore e fa’ il bene… Trova la tua gioia nel Signore… Riponi in Lui la tua sorte e confida in lui».
Se impariamo a confidare veramente in Dio, il futuro non sarà più motivo di vane speranze e paure, e scopriremo di poter vivere con intensità e assaporare la vita attimo dopo attimo, nella consapevolezza che nulla potrà separarci dall’amore di Dio (cfr. Rm. 8, 39).
Impariamo dunque a confidare in Dio, autore della vita (I Tm 6, 13) affinché un giorno gioiosi potremo fare nostre le parole della II Tm 4, 7-8: «Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione».