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Vivere nel mondo come sorelle e fratelli

Un giorno una parola – commento a Efesini 2, 10

Che perversità è la vostra! Il vasaio sarà forse considerato al pari dell’argilla al punto che l’opera dica all’operaio: «Egli non mi ha fatto?». Al punto che il vaso dica del vasaio: «Non ci capisce nulla?»
Isaia 29, 16

Siamo infatti opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo
Efesini 2, 10

Il testo odierno conclude la riflessione di Paolo sulla salvezza per grazia quale dono di Dio.
L’apostolo ci ricorda che tutto nasce dall’azione di Dio, che ci ha salvati per l’opera di Gesù Cristo.
La nostra condizione di donne e uomini riconciliati non è un traguardo raggiunto con le nostre forze, perciò non dobbiamo vantarcene, ma ci è stata generosamente offerta dal Signore.
Nella sua opera di salvezza sono compresi gli eventi umani in cui vivere la nuova condizione di redenti. La nostra esistenza ha pienamente senso nel discepolato al quale siamo stati chiamati.

L’apostolo è certamente molto radicale, perché egli afferma con forza che tutto proviene da Dio: vita, salvezza e opere.
Qual è il nostro compito? Dio ha avocato a sé le azioni fondamentali per la nostra salvezza; tuttavia, c’è una mansione che ci compete: fare le buone opere, in altre parole vivere nel mondo come sorelle e fratelli. Non dobbiamo neppure fare la fatica di cercare chissà dove le situazioni per assolvere il nostro compito, sarebbe sufficiente prestare un briciolo di attenzione fraterna nella vita quotidiana. Viviamo in un mondo in cui “il prossimo” è una realtà sempre più assente.

Gli interessi dei potenti sono perseguiti con spietata indifferenza al prezzo di enormi sofferenze fra i più deboli. Le guerre con distruzioni e patimenti dominano lo scenario in molte regioni del mondo.
Il Signore ci ha lasciato una sola incombenza, ma noi vorremmo che se ne occupasse lui.
Eppure non vogliamo arrenderci al male, perché è possibile un modo diverso di essere nel mondo.
L’apostolo Paolo ci incoraggia così: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene Romani (12, 21).

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