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Dio ci invita ad affidarci a Lui

Un giorno una parola – commento a Giovanni 14, 1

L’Altissimo è il tuo riparo
Salmo 91, 9

Gesù dice: «Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me!»
Giovanni 14, 1

Gesù rivolge queste parole ai suoi discepoli iniziando un lungo discorso di addio, in cui preannuncia loro che sta per andarsene, ma in cui promette anche il suo ritorno. Sta dicendo loro di non essere turbati, di non angosciarsi; e fa loro due promesse: la prima è che egli ritornerà e la seconda è che il Padre manderà “un altro consolatore” (v. 16), cioè lo Spirito Santo.

È un invito e un incoraggiamento a non perdere la fede: “credete in Dio e credete anche in me”. Non invita i suoi discepoli ad essere forti e coraggiosi, ma a credere, cioè ad affidarsi.
I discepoli stanno infatti per vivere un trauma che noi ci possiamo soltanto immaginare: noi siamo abituati a vivere la nostra fede senza la presenza di Gesù; i suoi discepoli invece vivono la loro fede alla presenza di Gesù, stando con lui, vivendo con lui ventiquattro ore al giorno. Come possono pensare di continuare a credere quando Gesù non sarà più fisicamente con loro?

Credete! Cioè: fidatevi, affidatevi. Questa è la risposta di Gesù. Non offre certezze tangibili, dimostrabili, non lascia loro prove o dimostrazioni. Lascia loro una promessa, anzi due: tornerà e, in attesa del suo ritorno, lo Spirito parlerà loro e “vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto” (v. 26).

Lo Spirito ci parla attraverso la sua Parola, che è giunta a noi nella Scrittura dell’Antico e del Nuovo Testamento. Non aggiunge nulla a ciò che Gesù ha detto e fatto, ma ci ricorda tutto quello che Gesù ha detto e fatto.

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