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Lo sguardo di Dio

Un giorno una parola – commento a Giobbe 28, 24

Lo sguardo di Dio giunge fino alle estremità della terra, perch’Egli vede tutto quello che è sotto i cieli
Giobbe 28, 24

Il Padre vostro che è nei cieli vuole che neppure uno di questi piccoli perisca
Matteo 18, 14

Il Signore vede tutto quello che è sotto i cieli e nonostante questo, continua ad amarci e a cercare di salvare tutti e ciascuno, perché non vorrebbe che noi perissimo.
È una affermazione talmente incredibile che di fatto non è creduta. E noi viviamo, molti di noi vivono, del tutto immemori di Dio, inconsapevoli del Suo sguardo. Uno sguardo amorevole, certo, ma anche severo e giusto; uno sguardo da Padre, anzi, da padre e madre, cioè da genitore nel senso più completo del termine.

Non siamo abituati, credo, a sentirci sempre sotto lo sguardo vigile di Dio: temiamo le telecamere sulle nostre strade, siamo rassegnati al fatto che le grandi multinazionali sappiano esattamente cosa compriamo e forse persino cosa diciamo. Ma chi di noi pensa più allo sguardo di Dio? Chi di noi prima di agire si interroga su cosa direbbe il Signore, se fossimo in grado di sentirlo? Chi ha una vita di dialogo e di ascolto continuo?
Probabilmente pochi, perché siamo sempre troppo coinvolti nei nostri mille impegni, in questo ritmo sempre più frenetico che ci allontana non solo da Dio, ma anche da noi stessi.

La consapevolezza di questo occhio che vede tutto potrebbe aiutarci a vivere una vita più piena, ricca e gratificante, ci indurrebbe a scegliere ciò che fa bene a chi ci sta accanto, ci farebbe sentire meno soli nei momenti di dolore e scoraggiamento.

E dunque proviamo per qualche giorno a vivere sotto lo sguardo di Dio, permettiamo a noi stessi di temere questo occhio, ma anche di fidarci e di imparare ad amarlo. Amen.

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