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Non c’è nulla di scontato nella grazia

Un giorno una parola – commento a Galati 6, 7

Non tenterete il Signore, il vostro Dio
Deuteronomio 6, 16

Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà
Galati 6, 7

Dio non è uno del quale ci si può beffare. Quando Dio cammina al nostro fianco e ci offre la sua amicizia e il perdono, possiamo facilmente dimenticare la sua trascendenza e sovranità, illudendoci che nel suo abbassarsi fino a noi in Cristo, Dio non esiga più dai suoi la santità di vita, la ricerca di giustizia, il timore che gli è dovuto. Egli è un giudice giusto e opera sulla base del criterio che mieteremo quello che abbiamo seminato. Siamo esortati ad operare bene nella prospettiva del giudizio finale, che riguarda anche noi che ci diciamo membri del suo popolo, e non solo il resto dell’umanità. 

L’immagine della mietitura, usata dai profeti e da Gesù e ripresa dall’apostolo nella lettera ai Galati, indica il raccolto del giudizio finale. Di fronte al giudizio futuro siamo chiamati a sforzarci di verificare l’opera della grazia di Dio in noi. Non c’è nulla di scontato nella grazia. Non possiamo dare per sottintesa la grazia di Dio nei nostri confronti, quasi che andasse da sé, come aveva fatto il popolo di Israele nella sua storia. Confondere la grazia della nostra vocazione con l’orgoglio della nostra identità è un passaggio pericoloso. Non possiamo coltivare l’indulgenza e garantirci la compiacenza di Dio, o far degenerare la fede in opinioni religiose, retaggio culturale o in sentimentalismo. 

Non c’è contraddizione tra un Dio di grazia e un Dio di giustizia. Dio esige l’obbedienza della fede. La fede opera nell’amore e porta i frutti della giustizia. Questo è il tempo di seminare la giustizia e la fedeltà e di abbandonare la pretesa di poter tentare Dio con la nostra autocompiaciuta indifferenza. Tentare Dio significa arrivare fino al punto di metterlo alla prova; ciò equivarrebbe a misconoscere totalmente il diritto di Dio e perciò a sfidare Dio. Sfidare la promessa di salvezza e la grazia confidando in uno status ereditato o raggiunto significa sottoporre Dio alla prova della nostra vantata libertà. 

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