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La Violenza digitale (ma reale) contro le donne

L’Associazione mondiale cristiana per la comunicazione (Wacc) chiede azioni concrete per porre fine alla violenza digitale contro le donne 

Lo scorso 25 novembre sono iniziati i sedici giorni di attivismo contro la violenza di genere 2022  e L’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (Wacc) ha chiesto ai suoi membri, e ai partner internazionali, di agire «per porre fine alla violenza digitale contro le donne».

Il Fondo delle Nazioni Unite per le popolazioni (Unpfa) definisce la violenza digitale, «una violenza aggravata in parte - o totalmente - proprio perché amplificata dall’uso delle tecnologie informatiche». 

Una violenza, che oltre a causare gravi danni psicologici, può portare a violenze concrete, fisiche e reali, nella vita quotidiana, al di fuori delle rete web; violenze che vanno da molestie fisiche alle aggressioni, sino al male estremo: il femminicidio. 

La violenza digitale, afferma la Wacc, «è un fenomeno in crescita - lo ricorda Sarah Macharia, responsabile del programma comunicazione di genere della Wacc - fenomeno che vede crescere le molestie, l’incitamento all’odio, il cyberstalking e la condivisione non consensuale di immagini. Tutte forme di abuso di genere rivolte contro ragazze e donne, attraverso le piattaforme digitali». 

Un recente sondaggio internazionale ha rilevato che quasi sei giovani donne su dieci (di età compresa tra i 15 e i 25 anni), ha confermato di aver subito una qualche forma di molestia online, soprattutto navigando sui social media.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha denunciato che, «Anche se la violenza di genere è in continuo aumento, risulta “tra i crimini meno perseguiti e puniti al mondo”, mentre le nuove tecnologie invece prosperano nell’impunità in assenza di leggi e politiche aggiornate».

«I media e i giornalisti, dunque, possono svolgere un ruolo centrale, quello di sensibilizzare e fornire strumenti in risposta alla violenza -  sottolinea ancora Macharia, citando l’esempio di una risorsa dell’Unfpa -, facendo crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza di tale violenza e imponendo continue pressioni sui governi, affinché agiscano».

La Wacc, infine, esorta coloro che fanno parte del movimento a trarre ispirazione dalla Campagna dei 16 giorni (che terminerà il prossimo 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani) e dunque di vivere questo tempo di riflessione come un’opportunità per intraprendere azioni concrete contro la violenza di genere.

L’8 dicembre sul sito Wacc sarà possibile partecipare a un webinar relativo dati emersi dopo il periodo di monitoraggio sull’incitamento all’odio sessista praticato social media. Un appuntamento, promosso congiuntamente dalla Wacc e dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).

Per info clicca qui https://waccglobal.org/wacc-calls-for-action-to-end-digital-violence-against-women/

 

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