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Cristo si è fermato a Eboli

Carlo Levi, antifascista, scrittore e pittore, al confino in provincia di Matera elabora la sua opera letteraria più nota. Oggi ricorrono i 120 anni dalla nascita dell’intellettuale

Il 29 novembre 1902 nasceva Torino Carlo Levi. Laureato in medicina, dunque medico, amico di Piero Gobetti, si dedica inizialmente alla pittura. Antifascista, alla vigilia della guerra in Etiopia è confinato in provincia di Matera. Da quest’esperienza di vita nascerà l’opera letteraria più nota di Levi: «Cristo si è fermato a Eboli». Nel 1979, Francesco Rosi firma l’adattamento cinematografico del libro. 

«Negli anni 1935-36 Carlo Levi, condannato al confino per la sua militanza antifascista in Giustizia e libertà - ricorda il critico letterario Filippo La Porta su Rai Cultura -, la sua destinazione è Grassano in Basilicata, però quel luogo non sarà considerato dal regime abbastanza isolato. Dunque, Levi sarà poi confinato nel piccolo paese di Aliano. 

“Cristo si è fermato a Eboli” è il romanzo in cui, a distanza di quasi dieci anni (dall’esperienza), lo scrittore, che in quel tempo è residente a Firenze, racconterà il proprio incontro con un Sud arcaico e isolato da tutto. Incrociando romanzo, memoir, saggio politico, studio antropologico, diario e reportage, Levi scrive un libro in cui confluiscono il suo razionalismo illuministico e insieme l’attrazione per le culture arcaico-contadine». 

«La peculiarità di Carlo Levi vive in questo: egli è il testimone della presenza di un altro tempo all’interno del nostro tempo, è l’ambasciatore d’un altro mondo all’interno del nostro mondo. Possiamo definire questo mondo… un mondo che vive fuori della nostra storia di fronte al mondo che vive nella storia. Naturalmente questa è una definizione esterna, è, diciamo, la situazione di partenza dell’opera di Carlo Levi: il protagonista di Cristo si è fermato a Eboli è un uomo impegnato nella storia che viene a trovarsi nel cuore di un Sud stregonesco, magico, e vede che quelle che erano per lui le ragioni in gioco qui non valgono più, sono in gioco altre ragioni, altre opposizioni nello stesso tempo più complesse e più elementari», affermava Italo Calvino.

Clicca qui per vedere il documentario Rai curato da Filippo La Porta, critico letterario e saggista. 

E allo «sguardo in movimento» di Carlo Levi, e per il centoventesimo anniversario dalla sua nascita, oggi è dedicata una giornata di studio.

L’incontro, a cura di Fondazione Carlo Levi e Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, approfondirà il rapporto con il cinema del grande pittore, scrittore, politico e intellettuale e si tiene dalle 10 alle 18 alla Fondazione Aamod-Sala Zavattini (qui il programma), a Roma, grazie al sostegno del Ministero della Cultura - Direzione Generale Educazione Ricerca e Istituti Culturali.

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