Accettare il passato e ammettere le proprie responsabilità
24 ottobre 2022
Un giorno una parola – commento a Neemia 9, 33
Tu sei stato giusto in tutto quello che ci è accaduto, poiché tu hai agito fedelmente, mentre noi abbiamo agito da malvagi
Neemia 9, 33
Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità
I Giovanni 1, 9
Accettare quello che accade o che è accaduto è un’arte, probabilmente la più difficile di tutte. Tutta la storia dell’atteggiamento umano verso l’esistenza può essere in fondo semplificata in due filoni: strategie di intervento su quello che accade o può accadere, strategie di accettazione su quel che può accadere, accade o è accaduto. I due filoni non sono necessariamente in contraddizione.
La Bibbia contiene la testimonianza di entrambe le forme. Molti racconti biblici che vengono presi comunemente a grandi linee come testimonianze di fatti, finendo per essere stupefacenti o inconciliabili con altre testimonianze, vogliono essere esortazioni a uno di questi due atteggiamenti fondamentali. Il libro di Neemia è sicuramente un grande inno alla rinascita, al saper prendere lo slancio da una temperie avversa, per ritrovare nuove forze e ricostruire un’esistenza. Neemia non è il libro dei facili conseguimenti: il protagonista rinuncia a una vita da dignitario in Persia presso Artaserse – che dal racconto sembra tenerlo in grande stima – per mettere le proprie mani ben curate e la propria eccellente mente a disposizione dell’impresa della ricostruzione delle mura di Gerusalemme, per cui recluta ogni sorta di uomini e donne. Insieme resistono alle popolazioni ostili e ricostruiscono una nuova esistenza, che si augurano sia piena di gioia, nel nome del Signore. Una tappa di questo percorso è però proprio una profonda riflessione sugli errori che avevano portato la loro esistenza alla rovina, e l’accettazione di quanto era accaduto di doloroso, di penoso, per andare avanti lungo una nuova strada, che si spera felice. Senza l’accettazione del passato e l’ammissione delle proprie responsabilità, non esiste modo di intervenire sul futuro. Già lo sapeva Neemia.