Ricerca e consulta tutti gli articoli fino a luglio 2023

Questo archivio raccoglie articoli storici del nostro sito, conservando una preziosa testimonianza delle notizie e degli eventi passati.
Come utilizzare il modulo di ricerca
Il nostro modulo di ricerca è uno strumento potente che ti permette di esplorare l'archivio in modo facile e intuitivo. Puoi cercare gli articoli utilizzando diversi criteri:
  • Inserisci parole chiave o frasi specifiche per trovare articoli che trattano gli argomenti di tuo interesse.
  • Se stai cercando articoli scritti da un autore specifico, puoi inserire il suo nome per visualizzare tutte le sue pubblicazioni presenti nell'archivio.

San Paolo: non una Conversione ma una Vocazione.

Una petizione al Dicastero per il culto divino

 

Modificare ufficialmente la denominazione “Festa della Conversione di San Paolo” in “Festa della Vocazione di San Paolo”. È l’oggetto della petizione indirizzata nel giugno scorso al Prefetto del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti della Chiesa cattolica, monsignor Arthur Roche, e al segretario, monsignor Vittorio Francesco Viola, dal Segretariato Attività Ecumeniche - Sae, fondato da Maria Vingiani negli anni Sessanta del Novecento. La richiesta, approvata dall’Assemblea dell’associazione interconfessionale per l’ecumenismo e il dialogo a partire dal dialogo ebraico-cristiano riunita a Firenze lo scorso 24 aprile, è stata sottoscritta da «vescovi, teologhe e teologi, liturgisti, bibliste e biblisti, studiosi, presbiteri, religiose e religiosi, e da numerosi altri membri del popolo di Dio».

Tra i 164 firmatari e firmatarie ci sono anche persone di confessione protestante e di fede ebraica.

Il Sae spiega le ragioni della richiesta di modifica osservando che nelle fonti neotestamentarie quella di Paolo non appare, come spesso invece è considerata, come una conversione dall’ebraismo al cristianesimo, che peraltro nella prima metà del I secolo d. C. non esisteva ancora come religione definita. Nelle parole di Paolo si tratta piuttosto di una rivelazione del Signore risorto e di una chiamata ad essere apostolo delle genti. «In conclusione – continua il testo – si può affermare che Paolo apostolo è un ebreo che annuncia Gesù Cristo a non ebrei». Inoltre la parola conversione – che riguarda sempre ogni credente – applicata all’ebreo Paolo può indurre ad auspicare una forma di proselitismo nei confronti degli ebrei, una prassi perseguita per secoli anche con metodi riprovevoli e da tempo ufficialmente respinta dalla Chiesa cattolica.

Nell’inviare la richiesta al Dicastero, la presidente del Sae, la predicatora valdese Erica Sfredda, sottolinea che la proposta in oggetto «rientra a pieno titolo negli scopi specifici della nostra Associazione, sempre più convinta del fatto che il dialogo (sia ecumenico sia di altra natura) sia più che mai indispensabile per vincere ogni forma di conflittualità».

La Petizione è pubblicata sul sito del Sae (www.saenotizie.it), dove è possibile sottoscriverla.

 

Foto di Sailko: Caravaggio, la conversione di San Paolo

Interesse geografico: