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Un nuovo Community Center apre le porte a Genova

Scopriamo questo e gli altri progetti diaconali nel capoluogo ligure

Ne avevamo parlato nel luglio 2021: scelta come set di una puntata di una serie televisiva, la chiesa valdese di Genova Sampierdarena si era trasformata un centro antiviolenza: in quei giorni la gente del quartiere chiedeva notizie, segno di un interesse e del bisogno di uno sportello sociale nel quartiere. Ora in un certo senso la fiction diventa realtà, con l’inaugurazione, domenica 9 ottobre, del nuovo Community Center della Diaconia valdese – Csd.

Il Community Center non è l’unico progetto che vede coinvolta la Diaconia valdese nel capoluogo ligure: parleremo anche del social housing “L’Arca di Sampierdarena”, aperto alla fine del 2021 nell’appartamento pastorale sopra i locali della medesima chiesa, e di un progetto che vede la collaborazione tra Corridoi umanitari e Associazione volontari italiani del sangue (Avis) per aiutare i profughi colpiti da patologie del sangue.

 

Domenica 9 ottobre dalle ore 11 è in programma l’inaugurazione del nuovo Community Center della Diaconia valdese – Csd nel Comune di Genova, quartiere Sampierdarena, che si articola in un primo momento di culto, al quale seguono i saluti istituzionali, la descrizione del progetto con una visita ai locali e un rinfresco offerto dalla chiesa valdese di Genova Sampierdarena.

Il Community Center, una delle attività di Servizi Inclusione della Diaconia valdese, è luogo di aggregazione, sportello informativo e punto di riferimento di una rete nazionale. La rete dei Community Center è gestita in collaborazione con Oxfam Italia. Questi sportelli offrono orientamento, consulenza amministrativa e legale, mediazione linguistica e culturale, attività ludico-formative, con particolare attenzione alle persone vulnerabili. Si offre, inoltre, supporto nella scelta del percorso scolastico ed educativo, si sostengono le persone nel riconoscimento dei titoli di studio e dei percorsi professionali ottenuti all’estero, e si offre orientamento e facilitazioni ai servizi sanitari. Gli utenti trovano nei Community Center della Diaconia valdese un ambiente fisico e relazionale volto a mettere a proprio agio le persone allo scopo di far emergere bisogni espressi e inespressi. Sono spazi di ascolto attivo, confronto e ridefinizione dei bisogni in un percorso di reciproco riconoscimento e crescita per l’acquisizione di maggiore autonomia: «Se magari in una prima istanza le persone vengono solo per un servizio tecnico – afferma Simone Alterisio, responsabile della rete dei Community Center della Diaconia valdese – dal dialogo e dall’ascolto degli operatori emergono altri bisogni che, tramite le nostre professionalità, siamo in grado di prendere in carico».

Il Community Center di Genova si trova negli spazi della chiesa evangelica valdese di via Urbano Rela 3R. Tutti i servizi dei Community Center sono totalmente gratuiti.

In occasione dell’apertura dello sportello domenica 9 ottobre alle 11 ci sarà un momento di preghiera con il culto tenuto dalla pastora Ulrike Jourdan. Alle ore 12 i saluti istituzionali con la moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta e con Loretta Malan e Simone Alterisio della Diaconia valdese - Csd; a seguire Elisabetta Zanoni, operatrice della Diaconia valdese, spiegherà i servizi offerti dal Community Center di Genova e sarà possibile visitarne gli spazi. Ai e alle presenti verrà offerto un rinfresco.

L’Arca di Sampierdarena

Al crescere della vulnerabilità economica registrata in Italia negli ultimi anni, corrisponde un incremento del numero di persone in sofferenza abitativa. Per supportare coloro che non riescono a soddisfare la propria necessità abitativa, a fine dicembre 2021, a Genova, è nato il progetto di Social Housing della Diaconia valdese, “L’Arca di Sampierdarena”. Il grande appartamento si trova sopra la chiesa valdese di via Rela 3, nel quartiere Sampierdarena, una zona multietnica, vicina al centro e comoda ai servizi: qui viene garantito un periodo di ospitalità temporaneo (6 mesi rinnovabili) a costi calmierati.

L’housing sociale genovese promuove la convivenza di persone provenienti da diversi contesti, favorendo l’interazione tra i beneficiari; la finalità ultima, oltre al supporto pratico, è quella di offrire a chi viene ospitato un periodo per ripensarsi, rallentare, per poi ripartire verso un nuovo progetto di vita.

L’ampia casa in co-abitazione può ospitare fino a 8 persone autosufficienti che attraversano un periodo di vulnerabilità temporanea; attualmente l’appartamento è abitato da due donne singole, ultrasessantenni e una famiglia gambiana: mamma, anche lei di sessant’anni, due figlie di vent’anni, di cui una con due bambini piccoli, di uno e tre anni. L’incontro tra generazioni e culture diverse ha permesso la creazione di un clima di solidarietà, condivisione e collaborazione reciproca sorprendente: le donne anziane ricoprono il ruolo di nonne dei bambini, le giovani ragazze si impegnano nel supporto alla quotidianità verso le più anziane.

Oltre a fornire questo spazio sicuro, il progetto prevede il sostegno all’autonomia tramite orientamento al lavoro e formazione e accompagnamento ai servizi del territorio (quali, ad esempio servizi socio-sanitari, servizi sociali, segretariato sociale), oltre che supporto alle dinamiche di convivenza. In quest’ottica, il nuovo Community Center, presente nello stesso stabile, sarà di supporto.

Ad accompagnare le beneficiarie nel loro percorso di autonomia fondamentale è la presenza di una figura di riferimento, l’operatrice o operatore della Diaconia valdese - Csd, ma anche di una comunità di persone che si offrono di esserci, che donano una parte di sé per l’altro.

 “L’arca di Sampierdarena” non è solo un luogo di accoglienza e passaggio per chi si trova in una situazione di concrete difficoltà socio-economiche, ma anche uno spazio di incontri e sguardi, di storie di vita, di esperienze tra persone che vivono una comunità. 

Corridoi umanitari: un nuovo progetto

All’inizio della scorsa estate l’area Servizi Inclusione della Diaconia Valdese – Csd è stata contattata da Avis Nazionale in virtù di un loro progetto di accoglienza dedicato ai profughi che sono in fuga dall’Afghanistan a seguito della presa di Kabul da parte dei talebani avvenuta nell’agosto del 2021. Alla richiesta da parte di Avis Nazionale di prendere in carico alcuni rifugiati la Diaconia valdese ha risposto positivamente, avendo attivi già diversi progetti di accoglienza distribuiti sull’intero territorio nazionale.

Tra i beneficiari di questo specifico progetto ci sono pazienti affetti da emofilia e altre malattie emorragiche congenite che necessitano l’accesso a terapie salvavita che il potere talebano ha vietato limitandone così l’accesso alle cure.

«A seguito della richiesta da parte di Avis abbiamo fatto mente locale e individuato come territorio idoneo Genova, dove avevamo in quel momento disponibili alcuni appartamenti e dove abbiamo una buona rete di contatti con gli ospedali e con i servizi del territorio. Abbiamo pensato quindi che avremmo potuto accogliere le famiglie nel migliore dei modi, supportandole a seconda delle varie esigenze che presentavano» racconta Alice Squillace, responsabile dei Corridoi umanitari diffusi per la Diaconia valdese. 

Le famiglie arrivate sul territorio ligure hanno accesso ai servizi sanitari di base e specialistici e sono supportate dagli operatori e le operatrici della Diaconia valdese nelle varie fasi del loro iter legale e nell’orientamento ai servizi territoriali; inoltre, viene offerto accompagnamento nelle fasi di iscrizione scolastica e orientamento all’offerta formativa per i minori. Gli adulti presi in carico frequentano corsi di lingua italiana, al fine di garantire una più facile inclusione e acquisire una maggiore autonomia.

In caso di necessità una mediatrice linguistico-culturale affianca le famiglie nella loro quotidianità, supportando le persone nel percorso di ridefinizione di sé e nel riconoscimento dei propri bisogni. I beneficiari sono ospitati sul territorio in maniera diffusa, in spazi sicuri per salvaguardare l’incolumità propria e dei loro familiari.

La collaborazione e l’interazione tra Avis, Diaconia valdese e enti terzi presenti sul territorio è costante e proficua; l’intento del progetto è quello di dare una risposta concreta alla crisi umanitaria in Afghanistan mettendo in sicurezza rifugiati e perseguitati, con particolare attenzione ai più vulnerabili.

Pagina a cura di Greta Colombo, Comunicazione Servizi Inclusione Diaconia valdese

 

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