Padre nostro che sei nei cieli
03 ottobre 2022
Un giorno una parola – commento a Matteo 6, 9-10
Guai a colui che contesta il suo creatore, egli, rottame fra i rottami di vasi di terra! L’argilla dirà forse a colui che la forma: «Che fai?»
Isaia 45, 9
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra
Matteo 6, 9-10
L’insegnamento del Padre nostro da parte di Gesù viene collocato nel vangelo di Matteo nel capitolo 6 al centro del sermone sul monte (Matteo 5-7). Il cuore dell’insegnamento di Gesù è il Padre come presenta la preghiera in Luca 11, 2 e Padre nostro che sei nei cieli in Matteo (Padre – è un termine che esprime parzialmente l’entità divina creatrice). Il Padre è colui con il quale Gesù ci insegna a dialogare in preghiera così come fa lui. Gesù ci insegna pregare il Padre. Tuttavia, la paternità di Dio non ha a che fare con la maschilità degli uomini, bensì con la sua duplice funzione genitoriale. Un genitore che ascolta e risponde ai suoi figli e figlie. Dialoga con loro. Pregate così! dice Gesù ai discepoli.
Dunque, i discepoli e le discepole di Gesù sono invitati a pregare così, con il suo Spirito. Pregano come lui e con lui. Nel momento in cui ripetiamo le parole di questa preghiera con tutto il cuore siamo in comunione con Gesù, vivo e in mezzo a noi, dinanzi a Dio. Il Dio che Gesù chiama Padre. In aramaico Abbà.
Chi si rivolge a Dio insieme al suo Figlio ha fratelli e sorelle che cercano prima il regno di Dio facendo la sua volontà espressa in modo chiaro e dettagliato da Gesù nel suo Sermone sul monte. Matteo ci ricorda che Il Padre nostro fonda la chiesa, perché il grande Dio onnipotente che è nei cieli, è il Dio di tutti e tutte. È nostro!
La figura del Padre garantisce non il potere patriarcale, bensì la qualità dei rapporti interpersonali tra i fratelli e le sorelle basati sull’amore, sul servizio, sulla generosità, sulla misericordia, sul perdono e sull’accoglienza, secondo gli insegnamenti di Gesù.