I dubbi di Tommaso
26 settembre 2022
Un giorno una parola – commento a Giovanni 20, 27
Convertimi, e io mi convertirò, poiché tu sei il Signore, il mio Dio
Geremia 31, 18
Gesù disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e vedi le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente
Giovanni 20, 27
Cara lettrice, caro lettore il versetto tratto dal vangelo di Giovanni è molto famoso. Tutti e tutte lo abbiamo letto almeno una volta. E, almeno una volta, abbiamo criticato il miscredente Tommaso.
E se Tommaso fossimo ognuna ed ognuno di noi?
Se ci pensiamo bene, infatti, la richiesta di Tommaso di vedere le piaghe e le ferite di Gesù non è tanto diversa, non è meno “miscredente” di quanto lo siano i nostri dubbi o le nostre richieste di segni tangibili dell’esistenza di Dio e della Sua presenza nelle nostre vite.
Anche Tommaso, come noi, vuole certezze. E, in questa ricerca di certezze, non solo non “vede” Gesù, ma nemmeno si fida della parola degli altri discepoli.
È importante sottolineare che la richiesta di Tommaso (che facciamo nostra) non è segno di sfiducia nei confronti di Gesù. Anzi!
Tommaso – insieme a noi – chiede una verifica per essere sicuro di non sbagliare, per non perdere tempo, per non rimanere deluso. È per questo che Gesù non solo non punisce il comportamento di Tommaso, ma si mostra in tutta la sua essenza di risorto ferito, perché capisce il senso della richiesta, capisce che Tommaso ha bisogno delle risposte alle sue domande per andare avanti, per continuare a testimoniare.
Gesù sembra dirci che quando si testimonia l’Evangelo i dubbi sono legittimi, ma non possono essere il punto arrivo, non possono trasformarsi in un limite; per Gesù, infatti, il punto di arrivo è la fiducia in Dio, la fiducia nella speranza, la fiducia che “un modo altro” è ancora possibile.
Se per Tommaso la massima aspirazione era la sicurezza, per i discepoli che Gesù immagina l’obiettivo della vita deve essere la speranza. Gli occhi dei discepoli sono proiettati verso il futuro, quelli di Tommaso su un punto immutabile del presente.
E se Tommaso siamo noi, dobbiamo, insieme ai fratelli e alle sorelle, saper chiedere aiuto a Dio sia per imparare a guardare oltre come Lui ci chiede, sia per chiedere perdono quando non ci riusciamo, nella speranza che una nuova possibilità ci venga concessa. Amen!
Immagine: Incredulità di San Tommaso, Caravaggio