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Gesù nel deserto del mondo

Un giorno una parola – commento a Marco 1, 12-13

«Ecco io vi mando il mio messaggero, che spianerà la via davanti a me e subito il Signore, che voi cercate, l’Angelo del patto, che voi desiderate, entrerà nel suo tempio. Ecco egli viene», dice il Signore degli eserciti
Malachia 3, 1

Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto, e nel deserto rimase per quaranta giorni, tentato da Satana. Stava tra le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano
Marco 1, 12-13

L’episodio delle tentazioni di Gesù rappresenta una sfida. Come può essere storico un episodio in cui si narra che Satana (la personificazione del male figlia dell’immaginario antico, popolato di esseri incorporei) ha incontrato Gesù nel deserto, se Satana è un’idea di male e non un essere in carne ed ossa? Ancora: come mai gli altri Evangeli, Matteo e Luca, descrivono largamente il contenuto delle tentazioni, mentre Marco è così essenziale? Ha dimenticato qualcosa o sono gli altri che hanno costruito la narrazione, per non dire che l’hanno inventata? E poi la sfida più inquietante: perché è proprio lo Spirito a sospingere Gesù in un luogo tanto pericoloso, per il corpo e per l’anima? Tutte queste riflessioni vanno prese sul serio, non segno di scetticismo quasi blasfemo. Ma prendere sul serio significa offrire a chi solleva la questione strumenti per capirla. Dobbiamo far attenzione a non fare del nostro modo di spiegare il mondo un idolo. È vero che per noi quelle divinità non esistono (sono state sostituite da altre come l’economia e tutto quel che muoverebbe il mondo), ma per la Bibbia esse esistevano ed erano attive nel mondo: altrimenti perché la guerra, l’odio, l’amore, la generosità? Allo stesso modo non dobbiamo fare del nostro modo di raccontare la storia l’unico legittimo. Forse a noi interessa prima di tutto la coerenza, guardiamo con sospetto ed ironia chi trasgredisce a queste regole di stile. Alla Scrittura preme invece il contenuto: il cammino di Gesù sulla terra non sarà un percorso trionfale, almeno a occhio umano. Infatti, si concluderà sul Golgota, prima di esser risuscitato. L’incomprensione, la frustrazione saranno il suo pane, se non proprio quotidiano, ricorrente. Ma Gesù non è stato né solo, né dimenticato: nel deserto del mondo – palcoscenico di asprezza e di essenzialità – ha trovato esseri terreni ed energie spirituali che l’hanno sostenuto nell’affrontare quella tentazione immensa che è stata la sua vita nel mondo, per noi.

Immagine: Gesù nel deserto servito dagli angeli - Guglielmo Caccia e Orsola Maddalena Caccia - sacrestia chiesa parrocchiale di San Francesco - Moncalvo (AT)

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