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Se di lavoro si muore, ci si ammala e ci si ferisce

Ogni giorno il numero di morti sul lavoro cresce, come aumentano - dai dati resi noti dall’Inps e dall’Inail – gli infortuni e le malattie 

Altri due operai sono morti ieri sul lavoro. Un operaio di 21 anni, invece, è in fin di vita dopo essere caduto in un silos mentre stava eseguendo lavori di manutenzione: «Un bollettino di guerra, che purtroppo non conosce sosta – ricorda Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza che documenta le morti sul lavoro –. Non fredde statistiche, non numeri, ma persone che avevano dei sogni, che avevano degli hobby, che avevano una vita. Lo voglio ricordare a chi continua a parlare sempre e solo di numeri, quando accadono queste tragedie sul lavoro».

Vero, eppure le statistiche e i numeri fanno rabbrividire, soprattutto se come ricorda Bazzoni ai numeri si affiancano nomi di persone, di padri, di mogli e figli colpiti da questa tragedia. 

«Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e luglio sono state 441.451: +41,1% rispetto allo stesso periodo del 2021, 569 delle quali con esito mortale (-16,0%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 36.163 (+6,8%)», a ricordarlo è il sito di Rainews

Nei sette mesi presi in considerazione, dunque, è stato registrato, «un deciso aumento delle denunce di infortunio, dovuto in parte al più elevato numero di denunce di infortunio da Covid-19 e in parte alla crescita degli infortuni tradizionali' un calo di quelle mortali (per il notevole minor peso delle morti da contagio».

Entrando nel dettaglio dei dati resi noti dall’Inps si rileva ancora che, le denunce di infortunio (su sette mesi) rese note lo scorso luglio sono state «441.451, in aumento del 41,1% rispetto alle 312.762 dei primi sette mesi del 2021 (+52,8% rispetto alle 288.873 del periodo gennaio-luglio 2020 e +16,6% rispetto alle 378.671 del periodo gennaio-luglio 2019). 

I dati rilevati al 31 luglio di ciascun anno evidenziano a livello nazionale per i primi sette mesi del 2022 un incremento rispetto al pari periodo del 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 273.282 del 2021 ai 392.516 del 2022 (+43,6%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 23,9%, da 39.480 a 48.935.

Nello scorso mese di luglio il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +38,8% nella gestione Industria e servizi (dai 265.499 casi del 2021 ai 368.545 del 2022), un -4,2% in Agricoltura (da 15.450 a 14.798) e un +82,7% nel Conto Stato (da 31.813 a 58.108)».

Si osservano incrementi generalizzati degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare nella Sanità e assistenza sociale «(+143,4%), nel Trasporto e magazzinaggio (+137,1%) e nelle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+85,2%). L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Sud (+58,1%), seguito da Isole (+54,3%), Nord-Ovest (+48,6%), Centro (+44,0%) e Nord-Est (+23,6%). Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano principalmente la Campania (+105,5%), la Liguria (+69,6%) e il Lazio (+66,6%)».   

L’aumento - aggiunge la nota dell’Inps - che emerge dal confronto di periodo tra il 2022 e il 2021 «è legato sia alla componente femminile, che registra un +67,1% (da 112.829 a 188.509 denunce), sia a quella maschile, che presenta un +26,5% (da 199.933 a 252.942). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+44,1%), sia quelli extracomunitari (+28,8%) e comunitari (+23,6%). Dall'analisi per classi di età emergono incrementi generalizzati in tutte le fasce. Quasi la metà dei casi confluisce nella classe 40-59 anni».

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sette mesi del 2022 sono state «36.163, in aumento di2.298 casi (+6,8%) rispetto allo stesso periodo del 2021 (10.958casi in più, per un incremento del 43,5%, rispetto al pari periodo del 2020 e 2.338 malattie denunciate in meno, con una riduzione del 6,1%, rispetto al periodo gennaio-luglio 2019). 

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell'orecchio continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle malattie del sistema respiratorio».

 

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